I testimoni che hanno dato l'allarme alle 7.30 di mercoledì scorso hanno riferito di aver visto il cadavere di Alberto Liberti adagiato sul fondo del canale, a quell'ora quasi completamente in secca. E' dunque probabile che il volo dello sfortunato 65enne gettatosi dal parapetto di protezione della Foce del Duca, tra Capoportiere e Rio Martino, sia terminato con un impatto molto violento sul fondo in calcestruzzo del canale. Una probabilità che viene resa apprezzabile dai riscontri dell'esame necroscopico effettuato ieri pomeriggio dal medico legale Cristina Setacci, incaricata dal sostituto procuratore Gregorio Capasso.
L'autopsia, per il momento tutt'altro che risolutiva perché si possa stabilire se si sia trattato di un suicidio o di altro, avrebbe riscontrato una grossa lesività toracica, alla testa e sulla colonna vertebrale, contusioni provocate quasi certamente dal violento impatto al suolo dopo un volo di diversi metri.
Per il medico legale non è stato possibile, almeno per il momento, stabilire se le ferite alla testa possano essere state autoinferte con un corpo contundente, anche un martello, così come non è al momento possibile stabilire se Liberti sia morto prima che il livello dell'acqua nel canale aumentasse di oltre un metro, o se invece sia annegato perché i traumi riportati non gli hanno consentito di guadagnare la riva benché avesse ancora un barlume di coscienza.
Il caso
Cadavere sul lungomare, la morte di Liberti resta un giallo
Latina - L’autopsia effettuata ieri sul corpo dell’ex finanziere trovato senza vita l'altroieri mattina a Foce del Duca non scioglie alcun dubbio sulla causa