Duecento metri quadrati dislocati su due piani, più un'ampia veranda, magazzino interrato e locale tecnico nel sottotetto. Per aggiudicarsi all'asta una villa di quattro livelli con giardino e piscina, a due passi dalla città, possono bastare 251.674 euro, ma quello che ha tutta l'aria di essere un affare nasconde un'insidia che non ti aspetti di trovare tra le esecuzioni immobiliari del Tribunale di Latina: l'abitazione in questione è stata «realizzata in assenza di concessioni edilizie che al momento non è possibile condonare» si legge sulla scheda inerente al secondo lotto dell'esecuzione 121/2009. Incredibile, ma vero.
Quella che potrebbe essere definita una villa fantasma si trova in strada del Sorbo, una traversa della Pontina poco più a sud di Latina. Insieme ad altre proprietà che comprendono un capannone, era stata pignorata nell'aprile del 2009 per onorare un debito della proprietaria, una donna che nel frattempo è deceduta. Peccato che all'epoca della sentenza di condanna, l'abitazione non sarebbe dovuta più esistere.
Una professionista di Caserta incaricata della perizia, stimando le proprietà pignorate, rileva infatti che il «fabbricato è stato costruito in assenza di autorizzazioni edilizie e per tali abusi è stata presentata al Comune di Latina istanza di sanatoria edilizia ai sensi della legge 724/94 in data 31/03/95 numero protocollo 30418, istanza dondono numero A3900 determinata inprocedibile e respinta con nota di reiezione numero 99044 del 15/11/1999» si legge nel testo della perizia. Visto che la villa figura tra le prossime vendite del Tribunale, ci si aspetta di trovare una strada alternativa per la sanatoria, ma è proprio il perito a precludere le speranze di un eventuale acquirente. «Attualmente non è possibile condonare gli abusi riscontrati - si legge ancora nella stima - in quanto le ragioni di credito per cui si interviene sono di data posteriore all'entrata in vigore della legge 47/85 e seguenti modifiche o integrazioni. Tali difformità non sono sanabili ai sensi dell'articolo 37 del d.p.r. 380/2001, in quanto l'immobile ricade in zona H Rurale del vigente piano regolatore generale».
Il vizio sta all'origine perché, nel lasso di tempo trascorso tra la bocciatura della sanatoria e il pignoramento dell'immobile, vale a dire dieci anni, il Comune avrebbe dovuto ordinare la demolizione dell'abuso edilizio oppure procedere alla confisca. Ciò non è successo, ma in maniera altrettanto incredibile il Tribunale ha praticato la strada, obiettivamente tortuosa, della vendita all'asta. E il perito, tenendo conto delle regolarità, aveva comunque attribuito alla villa un valore di 215.000 euro, ai quali dovevano essere aggiunti 85.000 euro per il terreno circostante sul quale sorgono altre opere abusive. In tutto 287.674 euro per il tentativo di vendita che, nel maggio del 2012, non aveva prodotto offerte di acquisto.
La villa abusiva finisce all'asta. Doveva essere demolita o confiscata
Latina - Il Tribunale tenta di vendere un’abitazione realizzata senza concessioni edilizie e dichiarata insanabile nel 1999