Un marito distratto e un bancomat clonato. E' la storia che ha portato una donna di 50 anni residente nel capoluogo pontino a processo con l'accusa di clonazione di carta di credito nei confronti del marito che figura come parte offesa. Dietro a tutto questo non ci sarebbe alcun mistero o la mano di qualche banda specializzata ma a quanto pare una semplice disattenzione. In tutto sono quattro i prelievi contestati per un importo complessivo di 1000 euro e i fatti sono avvenuti a Latina nell'aprile del 2014 quando la donna che utilizza la carta che le ha dato il marito, esegue dei prelievi che vengono addebitati su un conto comune. Pochi giorni dopo l'uomo mentre è in un negozio di Latina per un acquisto, scopre che la carta è quasi al limite e i soldi sono quasi finiti, si fa due calcoli e pensa subito ad una clonazione e va subito in banca per bloccare la carta e poi alla polizia postale e presenta una denuncia contro ignoti. Nel corso degli accertamenti gli investigatori alla fine ripercorrono tutti i prelievi e non scoprono niente di strano se non che gli ultimi sono quelli della donna: nessuna clonazione l'inchiesta dopo la denuncia è partita d'ufficio e in questo caso non è possibile una rimessione di querela e la donna è imputata. Ieri nel corso del processo la donna è stata rinviata a giudizio dal giudice per l'udienza preliminare Pierpaolo Bortone dopo che l'accusa aveva chiesto il processo mentre la difesa aveva puntato sul non luogo a procedere. Il via in aula è fissato per il 23 aprile