Braccato dalla Polizia per il brutale pestaggio dell'addetto alla sicurezza del market Carrefour di Piccarello, Roberto Ciarelli è uscito allo scoperto ieri: lo ha fatto a Pescara, dove probabilmente si era nascosto negli ultimi dieci giorni, presentandosi al carcere del capoluogo abruzzese. Il ventiduenne di Latina era irreperibile da domenica 28 gennaio, quando si era consumata la folle aggressione all'interno del supermercato, ma l'ordine di arresto era scattato lunedì scorso, quando i suoi complici, la sorella Valentina e l'amico Matteo Ciaravino di 26 e 29 anni, erano finiti rispettivamente ai domiciliari e dietro le sbarre della casa circondariale di via Aspromonte, entrambi interrogati ieri dal giudice per le indagini preliminari Pierpaolo Bortone.
A inchiodare i tre giovani erano state le telecamere dell'attività commerciale che avevano ripreso la scena in ogni suo momento, dalla lite alla vile aggressione. I poliziotti della Squadra Volante li avevano riconosciuti subito visionando i filmati e lo stesso giorno gli investigatori della Squadra Mobile si erano presentati alle loro abitazioni, ma non li avevano trovati. Erano scattate così le indagini necessarie per appurare le loro responsabilità.
Riprese e testimonianze hanno rivelato quindi che era stato Roberto Ciarelli a picchiare con violenza cieca l'addetto alla sicurezza, spalleggiato dalla sorella e dall'amico che avevano partecipato l'aggressione verbale precedente al pestaggio, alimentando inoltre il clima intimidatorio tipico delle famiglie rom. Un quadro indiziario, quello raccolto dalla Squadra Mobile, che ha permesso al sostituto procuratore Valerio De Luca di chiedere e ottenere la custodia cautelare per tutti e tre i giovani, anche e soprattutto alla luce del loro comportamento tutt'altro che collaborativo.
Ancora poco chiare, invece, le circostanze che hanno alimentato tanta violenza. La dinamica aveva lasciato chiaramente intendere, sin dal primo momento, che i giovani avessero reagito malamente alle attenzioni rivolte dall'addetto alla sicurezza. Ma la loro reazione era apparsa esagerata, alimentando i sospetti degli investigatori che, tra la vittima e i suoi aggressori, ci fosse in ballo un precedente. Del resto le famiglie Ciarelli non sono nuove ai furti nei supermercati, o meglio a vere e proprie razzie tra gli scaffali, come testimoniano gli arresti di alcune donne del clan di Pantanaccio arrestate anni fa per la "spesa proletaria" a suon di minacce.
Gli interrogatori di ieri degli altri due arrestati non hanno aiutato gli inquirenti a fare chiarezza sull'accaduto. Valentina Ciarelli difesa dall'avvocato Aurelio Cannatelli si è avvalsa della facoltà di non rispondere, mentre Matteo Ciaravino, difeso a sua volta dall'avvocato Francesco Vasaturo, ha respinto le accuse fornendo la propria versione dei fatti. Il ventinovenne, già condannato in via definitiva a tre anni e quattro mesi per concorso anomalo nell'omicidio di Matteo Vaccaro del 2011, ha spiegato al giudice Bortone di non avere alzato le mani sull'addetto alla sicurezza del market Carrefour di Piccarello, anzi di avere cercato di placare gli animi quando era scoppiata la discussione. Ha specificato poi che non avevano commesso alcun reato quando il vigilante aveva iniziato a seguirli. A margine dell'interrogatorio Ciaravino ha chiesto una misura afflittiva e il giudice si è riservato di valutare la possibilità di concedergli i domiciliari.
Il caso
Aggressione al Carrefour, Ciarelli si costituisce a Pescara
Latina - Era irreperibile dall’aggressione di dieci giorni fa al vigilante nel market. Interrogati la sorella e l’amico Matteo Ciaravino