È stato prontamente ripulito il monumento dedicato a Norma Cossetto, vittima delle Foibe morta nel 1943 e a cui ieri è, Giorno del Ricordo, è stato intitolato il parco in Q4. Questa mattina, sul monumento dedicato alla 24enne vittima delle Foibe, era stata trovata una scritta con la vernice spray. La firma è quella della A avvolta in un cerchio che richiama i movimenti anarchici, disegnata con vernice rossa se entrambe le facciate della stele. La targa era stata posta dall'amministrazione Coletta in occasione della Giornata del Ricordo per celebrare la memoria della studentessa catturata e seviziata dai partigiani slavi nel 1943 e poi gettata in una foiba. Il gesto dei vandali avviene a pochi giorni di distanza da analoghi atti compiuti a danno del monumento ai caduti nel parco Falcone e Borsellino e alla stele di piazza Dante. Tra i primi a commentare il gesto il consigliere comunale Matteo Coluzzi. "Un affronto a chi? – scrive – Ad un avversario politico? Proprio no. Solamente ad una ragazza italiana di 23 anni torturata ed uccisa perché italiana. Al tricolore che questa mattina ho rimesso al suo posto perché gettato in mezzo al fango. La parola vergogna non è abbastanza".
L'atto vandalico è sparito, ma l'indignazione resta.
Dalla Lega
Un atto vandalico vergognoso e che deve essere condannato su tutti i fronti. Chiari e decisi gli esponenti pontini della Lega Claudio Durigon e Federica Liburdi su quanto accaduto questa mattina sul monumento dedicato alla memoria di una giovane uccisa a soli 24 anni nel 1943.
"Un gesto vile e vergognoso - ha commentato Claudio Durigon, candidato capolista della Lega per Salvini premier nel collegio Latina-Frosinone riferendosi a quel monumento inaugurato neanche 24 ore prima di essere deturpata. nemmeno 24 ore dall'inaugurazione - Una profanazione incivile eseguita da chi non ha nulla a che spartire con i valori di libertà, democrazia e amor di patria. Voglio ricordare a tutti che la povera Norma Cossetto insieme a tanti altri esuli istriani hanno preferito vivere libero in Italia piuttosto che schiavi a casa propria. Anche per questo noi ancora oggi affermiamo 'Prima gli italiani'. L'atto vandalico compiuto sulla stele dedicata a Norma Cossetto, neanche un giorno dopo l'intitolazione, è un gesto chiaramente da condannare. Proprio come è stato per gli sfregi al monumento ai caduti e sulla stele di Piazza Dante, compiuti pochi giorni fa sempre a Latina. È proprio in momenti come questo che bisogna ribadire con fermezza il valore di comunità, fare fronte comune contro chi - in nome soltanto della propria ignoranza - compie atti contro il bene pubblico e contro la storia".
"Condanno il gesto, condanno la violenza in ogni sua forma e provenienza. Ciò che più mi fa male - afferma Federica Liburdi, candidata della Lega al Consiglio regionale del Lazio - è che vi siano ancora persone che non hanno capito che la bestialità umana non ha colore politico, né razza, né Paese, ma che va sempre combattuta. La storia deve essere in questo caso un esempio, per non ripetere gli errori commessi".
Liberi e Uguali
Anche Liberi e Uguali, tramite il candidato al consiglio regionale Fabrizio Porcari, condanna fortemente quanto accaduto questa mattina: "L'atto vandalico compiuto sulla stele dedicata a Norma Cossetto, neanche un giorno dopo l'intitolazione, è un gesto chiaramente da condannare. Proprio come è stato per gli sfregi al monumento ai caduti e sulla stele di Piazza Dante, compiuti pochi giorni fa sempre a Latina. È proprio in momenti come questo che bisogna ribadire con fermezza il valore di comunità, fare fronte comune contro chi - in nome soltanto della propria ignoranza - compie atti contro il bene pubblico e contro la storia".
Cesare Bruni: "Non è stato sufficiente l'essere stata violentata e seviziata"
Una lunga riflessione quella di Cesare Bruni, ex consigliere comunale di Latina e da sempre vicino all'associazione Venezia Giulia Dalmazia nell'organizzazione della Giornata del Ricordo.
"Non è stato sufficiente l'essere stata seviziata e violentata da 16 partigiani comunisti titini. Non è bastato essere stata mutilata e gettata in una foiba. Così come non è stato sufficiente il martirio degli italiani d'Istria, di Fiume, della Dalmazia. Assassinati in migliaia; in centinaia di migliaia esuli per il mondo. Una storia, per il diritto e la colpa di essere italiani, nascosta e negata per decenni. Però, no, non basta per i cultori irriducibili dell'odio e dell'imbecillita', ma non basta anche per lo stato italiano. Il martirio di Norma e degli italiani della Venezia-Giulia deve continuare. E continua ogni volta che viene negato, minimizzato, giustificato; ogni volta che nei cortei antifascisti si levano cori inneggianti alle foibe; ogni volta che vengono affissi da gruppuscoli comunisti, proprio il 10 febbraio, manifesti inneggianti al criminale Tito, cui, per inciso sono intitolate vie in molte città italiane e che del resto è ancora insignito di onoreficenze della Repubblica italiana. Il tutto tra l'indifferenza dello Stato e senza mai l'individuazione di un colpevole. Un sacrificio che continua ogni volta che la TV di stato, ma anche le altre, il 10 febbraio dedicano 10 secondi a questa storia perché c'è Sanremo, c'è il calcio; e continua perché, in barba alla legge istitutiva del Giorno del Ricordo, gli edifici pubblici non espongono la bandiera a mezz'asta e molte scuole non fanno alcuna iniziativa. E continua quando le massime Istituzioni della Repubblica tengono il 10 febbraio stanche e semi carbonare commemorazioni in stanzette di serie C senza dare al Giorno del Ricordo il giusto, doveroso e dignitoso risalto. E si rinnova quando negli stadi vengono esposti striscioni inneggianti alle foibe senza, ovviamente, la condanna degli autori o quando famosi cantanti nei loro concerti negano l'olocausto dei giuliano-dalmati. O quando si deturpano e si imbrattano le lapidi ed i monumenti, come, purtroppo anche da noi. No, per alcuni che di italiano hanno evidentemente solo la cittadinanza, ma non la dignità, l'identità, la cultura ( e, a scanso di equivoci, non mi riferisco a stranieri ma a coloro che sono accecati dall'ideologia antifascista e dall'ignoranza) Norma ed i martiri italiani devono continuare a pagare la grave colpa di essere e di esser voluti rimanere italiani. E no, per le massime istituzioni repubblicane, per la TV, per moltissime scuole, per una miriade di istituzioni locali, non è bastato quell'enorme tributo di sangue innocente e di sofferenze per ottenere il diritto ed il dovere di onorare in modo dignitoso il sacrificio di queste centinaia di migliaia di italiani. E allora, forse, non c'è da stupirsi più di tanto se negli ultimi tempi in Italia si assiste ad una anacronistica, indegna, vigliacca fioritura di novelli, quanto falsi italiani, scalpellatori ed imbrattatori affetti da necrofilia, vista la malsana, e codarda, passione contro lapidi, tombe, commemorazioni. I veri italiani, di qualunque opinione politica, non possono che rendere onore ed inginocchiarsi di fronte a Norma Cossetto e a tutti i martiri italiani. Onore a tutti loro!"