Anna era una donna troppo povera per curare il diabete che l'ha fatta ingrassare e poi uccisa. Era fragile e non ha chiesto aiuto. Era sola perché i suoi genitori non avevano che i soldi della pensione e una casa popolare. Anna è morta da dodici giorni e non si può celebrare il funerale perché non c'è nessuno che può pagare le spese e non c'è un loculo sociale al cimitero e il Comune ha detto che prima di 30-90 giorni sarà difficile trovare un posto.
E così il corpo di Anna è rimasto nella camera mortuaria dell'ospedale, tuttora è lì sulla base di un protocollo firmato da Comune di Latina e Asl e che prevede che le salme di cittadini indigenti «una volta accertata dall'Ospedale tale condizione economico/sociale, vengano tumulate a spese del Comune, con tempi tecnici variabili dipendenti dalle procedure amministrative necessarie. Fino a quel momento rimangono custodite presso la camera mortuaria dell'ospedale: per gestire al meglio tale procedura è in corso di stipula tra Asl/ospedale e Comune di Latina un'apposita convenzione».
La storia di Anna, che in realtà si chiama in un altro modo, è venuta fuori perché alcuni volontari della mensa della Caritas, non vedendola più andare negli ultimi giorni, hanno chiesto informazioni ai vicini di casa e hanno così scoperto che era morta.
Il decesso della donna, che aveva 51 anni, è avvenuto il 4 febbraio scorso al Goretti dove era stata ricoverata in seguito a gravi complicazioni della sua malattia, una brutta forma di diabete non curato adeguatamente anche per le condizioni generali della donna e dell'età dei suoi genitori, rimasti gli unici ad occuparsi in qualche modo di lei, a parte gli operatori della mensa Caritas appunto. Il Comune di Latina dispone di un determinato numero di cosiddetti loculi sociali, concordato con la società che gestisce i servizi cimiteriali.
Si tratta appunto di loculi attribuiti a persone decedute che si trovino in condizioni di indigenza grave, che viene accertata sulla base della loro iscrizione nell'elenco dei residenti in povertà, quindi coloro che vengono assistiti anche sotto altre forme dai servizi sociali. La donna deceduta pare che, però, non fosse in quell'elenco e ciò sarebbe alla base di una procedura più lunga per ottenere il loculo sociale. Una vicenda finora passata quasi in secondo piano, nonostante l'incredibile amarezza provocata dall'indifferenza mostrata sinora anche nei confronti degli anziani genitori che non riescono a pagare una degna sepoltura alla figlia.