In provvedimento inatteso e contestabile. Così in commissione Ambiente l'assessore Lessio prima e l'amministrazione poi (in una nota ufficiale) hanno spiegato l'effetto dell'ulteriore costo da caricare nella Tari (equivalente a circa 517mila euro) legato all'aliquota tributaria calcolata dagli uffici di via Costa e commisurata ai Comuni in base alle percentuali di raccolta differenziata relative all'anno 2016. Dal quadro fatto sembrerebbe che la responsabilità del prossimo aumento della Tari sarebbe da imputare esclusivamente alla Provincia, i cui conti al Comune non tornano. L'assessore all'ambiente ieri ha chiarito in modo polemico che l'aumento dell'aliquota di due punti percentuali non ha alcun riferimento al calo della percentuale di raccolta differenziata registrato alla fine dello scorso anno (scesa a dicembre sotto il 20%) bensì al 2016 chiarendo, come era del resto emerso, che è determinato da un recente provvedimento della Provincia, un provvedimento "del tutto inatteso dal Comune di Latina – si legge nella nota dell'ente - e che risulta causato da una evidente discordanza di dati tra i due enti". In sostanza se per via Costa la differenziata a Latina è scesa di poco sotto il 30% per l'amministrazione è stata invece calcolata al 30,5%, una differenza che vale due punti percentuali di aliquota in più (il che si tradurrà nei rinacri in bolletta) e che ha generato la sorpresa di piazza del Popolo. Con un Decreto Presidenziale firmato il 31 gennaio scorso dal Vice Presidente della Provincia Giovanni Bernasconi era stato adeguato il "tributo per l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell'ambiente" per l'anno 2018; un tributo istituito con la legge finanziaria del 1993 e che prevede un'aliquota a carico dei Comuni che va da un minimo dell'1% ad un massimo del 5%. La base imponibile è data dalla superficie determinata dai Comuni ai fini del calcolo della tassa per la Tari. «La Provincia ha quindi stabilito meno di tre settimane fa - spiega l'ente - per l'anno in corso, le fasce percentuali di raccolta differenziata a cui applicare l'aliquota tributaria sulla base delle risultanze dell'anno 2016. E' stato deciso così che tutti i Comuni che alla data del 31/12/2016 erano sotto il 30% di differenziata dovrebbero pagare il 5% di aliquota nel 2018 (contro il 3% precedente). A scanso di equivoci la Giunta comunale ha comunque deciso di inserire la relativa voce di costo nella delibera per la TARI 2018, ma l'esito, come spiegato nella Commissione Ambiente, è tutt'altro che scontato. "Dalla media degli istogrammi la nostra differenziata era del 30,5% - ha detto l'assessore nella seduta - quindi superiore al parametro stabilito dalla Provincia. Ovviamente avremo un incontro con il vicepresidente Bernasconi, evidentemente uno dei due enti ha i dati sbagliati, ma ci chiediamo: laddove l'oscillazione della differenziata negli ultimi quattro anni era stata con un delta di 3 punti percentuale, non si capisce come si possa avere una maggiorazione di due punti percentuali di aliquota per un totale di oltre 500mila euro in più da pagare». C'è di più: nella nota del Comune si contesta anche che "un atto politico-amministrativo del genere non può essere stabilito in tempi diversi rispetto alla legge (il tributo va determinato entro il mese di ottobre dell'anno precedente rispetto a quello in cui si applica), ma anche «che l'atto è stato assunto da un Ufficio, quello di Vice Presidente della Provincia, mentre la medesima legge (art. 19 del D.Lgs. del 30 dicembre 1992, n. 504, comma 3) stabilisce che l'adeguamento del tributo debba essere approvato dalla Giunta provinciale. Secondo il Comune Bernasconi dunque non poteva adottare questo provvedimento, ma evidentemente all'ente di Piazza del Popolo sfugge che secondo la legge Delrio il vicepresidente in carica assomma su di sé i poteri della giunta. Nella commissione l'assessore ha voluto specificare anche che, come si evince dai dati, il Pef del 2018 per il servizio di igiene urbana non è aumentato rispetto al 2017 ma è diminuito di poche frazioni. Pef che ieri è stato approvato con i soli voti di LBC, e con la minoranza che ha lasciato l'aula, proprio come lo scorso anno.