Un collaudato sistema corruttivo all'interno di due uffici cardine del Fisco: l'Agenzia delle Entrate e la Commissione tributaria provinciale. Parte da qui l'indagine Dusty Trade, appendice di Super Job ma, se possibile, ancora più grave sul fronte della corruzione e che ieri mattina ha portato all'arresto di tredici persone oltre che a decine di perquisizioni che hanno confermato l'ipotesi investigativa e aggiunto dettagli. Per esempio la cessione di droga in cambio di favori almeno in un'occasione. Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice delle indagini preliminari, Mara Mattioli, su conforme richiesta dei sostituti Luigia Spinelli e Giuseppe Bontempo, viene riportato che sono state «accertate assidue elargizioni di regalie e somme di denaro nei confronti di funzionari dei due uffici da parte di professionisti e imprenditori di Aprilia, al fine di ottenere informazioni e interferire sulle attività di controllo ed accertamento». L'operazione è stata portata a termine ieri mattina dal nucleo di polizia tributaria in collaborazione con la sezione di Formia e i dettagli dell'indagine sono stati illustrati nella tarda mattina nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta in Procura e alla quale hanno partecipato il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza, il sostituto Luigia Spinelli, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Michele Bosco e il comandante del Nucleo di polizia tributaria Francesco Calimero. Stupisce in questa ennesima storia di corruzione (la terza in tre mesi) la facilità e abitudine a scambiare doveri d'ufficio con favori remunerati in vario modo, con soldi, posti di lavoro e anche droga. Le intercettazioni telefoniche e ambientali sono in larga parte inequivocabili, a dimostrazione del fatto che era un sistema consolidato, «quasi un doppio binario rispetto a quello legale», come ha ricordato ieri il procuratore Lasperanza. Una delle figure di spicco della rete di corruzione è Andrea Nicastro, dipendente dell'Agenzia Entrate, già arrestato dieci giorni fa in Super Job. E' a lui che la Procura contesta di aver reso «meno gravose» le posizioni di alcuni contribuenti con il coinvolgimento assai importante di Giovanni Vartolo, amministratore di fatto della «Costruizioni 2 V srl» e di Salvatore Martano professionista incaricato da un soggetto privato non identificato. Nicastro sistematicamente attua pratiche corruttive e rapporti illeciti con alcuni professionisti di Aprilia, tra cui Marco Corrente. L'altra pedina fondamentale è il giudice tributario (non togato) Enzo De Meo. I fatti cui si riferisce l'inchiesta sono molto recenti, si snodano tra l'inizio del 2016 e la fine del 2017 e rivelano l'esistenza di una rete solida di rapporti fondati sull'interesse economico che ha coinvolto operatori dell'Agenzia delle Entrate di Latina, dell'Inps di Pomezia e della Commissione Tributaria provinciale di Latina in modo costante e sfacciato, al punto che negli atti viene descritto «lo stabile asservimento di alcuni pubblici ufficiali ad interessi personali di terzi in cambio di somme di denaro o altre utilità». Lo dimostrano le conversazioni telefoniche esplicite, dal «significato quasi letterale», nelle quali gli indagati facevano costante riferimento agli accordi corruttivi e ai procedimenti tributari da manipolare; cosa che poi puntualmente avveniva, tranne in due casi per i quali viene contestato il millantato credito.

Le misure cautelari
IN CARCERE

1. NICASTRO Andrea;
2. MARTANO Salvatore;
3. VARTOLO Giovanni ;
4. DE MEO Enzo;
5. CICCOTTI Antonio

AGLI ARRESTI DOMICILIARI

6. MAIOLINO Tiziana;
7. MOSCATELLI Rinaldo;
8. SEDIA Giovanni;
9. PALONI Federico,
10. CRISTOFARO Marco;
11. CORRENTE Marco;
12. MARRAZZO Vincenzo;
13. CICCOTTI Andrea.