Andrea Nicastro è il perno dell'inchiesta ma anche il tallone d'Achille del sistema della seconda corruzione scoperta dalla Finanza seguendo le orme degli indagati dell'altra indagine, Super Job. Quarantadue anni, impiegato dell'Agenzia delle Entrate di Latina, introduce nel giro anche il suo collega Giovanni Sedia e quando devono intervenire sui procedimenti lo avverte di non far sapere nulla al direttore dell'ufficio. Ma Nicastro ha un asso nella manica, la compagna, Tiziana Maiolino, componente dell'ufficio legale dell'Agenzia delle Entrate, la quale «invece di curare gli interessi dell'Agenzia si è prestata a curare gli interessi delle parti private con cui sono stati stipulati gli accordi corruttivi». E lei che collabora con Nicastro in quelli che vengono definiti numerosi episodi di corruzione, partecipandovi direttamente o assecondando l'operato di lui. Infatti in alcune intercettazioni la Maiorino chiede conto a Nicastro del denaro ricevuto dai privati o di quello che dovrà arrivare. Un'altra coppia diabolica e affiatata nella corruzione. Non è la prima volta, ne sono costellate le inchieste degli ultimi anni. L'avvocato Maiolino è finita ai domiciliari perché la Procura ritiene che fosse in grado di reiterare il reato nonché di inquinare le prove utili all'indagine. Su Nicastro il sospetto è anche peggiore, ossia che possa reiterare il reato ma anche distruggere documenti o intervenire presso terzi «proprio in ragione dell'ufficio ricoperto e della rete fitta e consolidata di rapporti di cui risulta godere». Di suo Andrea Nicastro «è risultato essere soggetto dalla spiccata capacità a delinquere, svendendo sistematicamente la sua funzione in cambio di denaro e di sostanza stupefacente, interfacciandosi indifferentemente con professionisti, imprenditori e con gli stessi colleghi e cercando di interferire nell'attività di uffici pubblici diversi dal proprio». E' in questo modo che viene coinvolto Giovanni Sedia, l'altro impiegato dell'Agenzia delle Entrate (da ieri mattina ai domiciliari), il quale «come la Maiolino si è adoperato, abusando della sua funzione per favorire le pratiche» richieste da Marco Corrente, commercialista di Aprilia, e dallo stesso Andrea Nicastro, che elaborava le «soluzioni migliori per piegare l'amministrazione pubblica agli interessi del commercialista». In altri termini l'Agenzia delle Entrate era «occupata» da una cricchetta di tre persone che invece di favorire l'amministazione pubblica che gli paga lo stipendio aiutavano terzi ad eludere gli obblighi verso la stessa, in cambio sempre di denaro naturalmente. In un passaggio degli atti della Procura si evince che forse non tutto ciò che è accaduto dalle parti dell'Agenzia è emersp, bensì solo ciò che si è riusciti a captare dal 2016, grazie ad un'altra inchiesta che sembrava lontana ma non diversa nella sostanza