Il ruolo cruciale attorno a cui gravita una parte dell'inchiesta è quello di Enzo De Meo, classe 1943, ragioniere, giudice non togato della Commissione Tributaria Provinciale, residente a Formia, componente di una sezione della commissione Tributaria. E' finito in carcere con l'accusa di corruzione. Tra qualche mese il suo incarico sarebbe decaduto. Le conversazioni che sono state intercettate dagli investigatori hanno permesso di stabilire - come hanno sottolineato gli inquirenti - dell'asservimento stabile del giudice agli interessi dei privati in spregio delle più basilari regole di condotta. E' il 22 febbraio del 2016 quando Salvatore Martano, uno degli indagati, chiede un incontro proprio a De Meo che lo invita in Commissione in modo da parlare in tutta tranquillità lontano anche da occhi indiscreti. Il ricorso che finisce nell'ordinanza cautelare, oggetto dell'incontro, è fissato per il 15 marzo e gli investigatori annotano una comunicazione che rende l'idea su quello che è avvenuto. Il 23 febbraio, il giorno dell'incontro, il magistrato della Commissione discute con Martano dell'iter che riguarda la Costruzioni 2V s.r.l. pendente davanti alla Commissione Tributaria e c'è un riferimento all'udienza del 15 marzo.