L'Unicredit si prepara a salutare Maenza dopo che, nel giugno del 2016, aveva già attuato una riduzione dell'orario, con l'apertura degli sportelli portata da cinque a tre soli giorni settimanali. Poco male se in paese ci fossero aperte filiali di altri istituti di credito. Ma quella Unicredit, subentrata alla Banca di Roma, è l'unica filiale bancaria del paese.
La notizia, che purtroppo era già nell'aria, ha trovato conferma con la ricezione delle prime lettere spedite dalla stessa Unicredit ai propri correntisti in cui si legge: «Dal prossimo 26 marzo tutti i suoi rapporti radicati presso la filiale Maenza saranno trasferiti presso la filiale Roccagorga. Assolveremo, senza alcun onere per lei, tutte le formalità relative al trasferimento dei suoi rapporti. Qualora non dovesse ritenere comodo lo sportello da noi selezionato, potrà indicare qualunque altra filiale Unicredit di suo gradimento presso la quale indirizzare i suoi rapporti. In particolare, le facciamo presente che, in caso ne fosse titolare, il numero del suo conto corrente rimarrà invariato, ma risulteranno modificati alcuni dati (Cin e Cab) del codice Iban».
Per tranquillizzare i propri correntisti, la banca fa sapere che nulla cambierà per quanto riguarda le condizioni economiche contrattuali, la ricezione di eventuali bonifici ricorrenti già attivi, eventuali addebiti a carico già in vigore come ad esempio le utenze domiciliate, tutti i servizi relativi al conto come carte di credito e i carnet di assegni che saranno validi fino a esaurimento. Di contro, bisognerà comunicare il nuovo Iban a chi dispone nuovi pagamenti in proprio favore o nuovi addebiti per pagamento di utenze e finanziamenti, oppure per pagare imposte e tributi. Le nuove coordinate bancarie saranno disponibili direttamente nella nuova filiale dal 26 marzo.
La notizia ha fatto subito il giro del paese, in particolare sui Social: il coro di protesta è stato unanime. I più vedono la scelta della banca, non solo di chiudere, ma di spostare i conti a Roccagorga, una ferita all'orgoglio di un paese che, negli anni, si è già visto accorpare lì la dirigenza delle scuole e il servizio di raccolta rifiuti. C'è chi propone di ritirare in blocco i conti, in modo da inviare all'Istituto creditizio un messaggio forte. Lo stesso sindaco Claudio Sperduti, chiamato in causa, ammette: «Sono il primo a rimanerci male».