Quando si sono messi sulle tracce di Fabio Criscuolo gli investigatori non si aspettavano di trovare tutta quella droga e un arsenale di tale portata, ma il loro stupore è stato contenuto. Da tempo infatti la Polizia ha maturato la consapevolezza che la zona tra Aprilia e Cisterna sia il centro nevralgico dei traffici di droga nel centro Italia, vuoi per vicinanza a due grandi città come Roma e Napoli, ma anche e soprattutto per la presenza di personaggi capaci di ritagliarsi un ruolo di primo piano del mondo del narcotraffico. Del resto il nome di Criscuolo circolava da tempo negli uffici della Questura, come quello del suo "corriere" Orazio Sammarco, notato quest'ultimo per la frequentazioni degli ambienti della mala pontina, al fianco di soggetti di spessore, e per un tenore di vita ben al di sopra delle proprie possibilità. Dietro di loro si celava un business incredibile. In libertà era tornato da poco meno di due mesi dopo un periodo di detenzione in carcere per vecchie condanne, ma Fabio Criscuolo veniva considerato già prima del suo ultimo arresto un trafficante capace di vantare contatti importanti. Insomma, un personaggio di assoluto rilievo nel panorama criminale. Al punto di riuscire a rifornirsi di cocaina direttamente in Colombia e di farlo portando nel nostro Paese quantità ingenti. Questo vuol dire che il traffico di polvere bianca poteva fruttare somme ingenti, a fronte di una spesa iniziale molto bassa.
La Polizia ritiene inoltre che Fabio Criscuolo fosse in grado di gestire autonomamente il traffico di droga, ma la rapidità con cui si è rimesso in gioco tradisce contatti con la criminalità di spessore del nostro territorio. A testimoniarlo non è tanto la droga, che secondo gli investigatori era in grado di trattare direttamente con i colombiani, ma soprattutto le armi. In una casa nella sua disponibilità, al lido di Latina nel residence di via Capraia, la Polizia ha trovato infatti quattro pistole, tutte di provenienza illecita, e due bombe a mano in ottimo stato di conservazione.