Tutte le strade dei diplomi falsi infatti hanno portato a Milano e nella sede di una società che aveva il compito di formare dei lavoratori che dovevano diventare operatori socio sanitari ma che non hanno mai assistito neanche ad un'ora di lezione. E' quello che emerge nell'inchiesta «Attestato rapido». Quando i carabinieri del Nas hanno iniziato a visionare decine e decine di certificati di molti lavoratori di alcune case di cura del Cassinate, hanno notato una stranezza: c'era sempre lo stesso timbro, e poi era rilasciato sempre dallo stesso istituto e infine comparivano sempre due loghi istituzionali. Sembrava tutto perfetto. «Come è possibile?» si sono chiesti gli investigatori. Tre anni fa i primi controlli di routine nell'ambito dei servizi predisposti a tutela della salute dei cittadini e in particolare per gli anziani che hanno portato alla luce delle anomalie che erano sottotraccia. L'inchiesta infatti nasce nel Basso Lazio e a Cassino quando i carabinieri del Nas, coordinati all'epoca dei fatti dal tenente Maurizio Santori che ha lasciato l'inchiesta al collega Felice Egidio, si imbattono in una stranezza: scoprono che alcuni dipendenti o collaboratori di case di cura, avevano ottenuto il diploma per l'esercizio della professione a Milano. In realtà quel pezzo di carta era un falso d'autore, una fedele riproduzione con una stampante ad altissima qualità. Ma non sono i soli ad avere nel cassetto il diploma propeduetico per lavorare, ci sono anche altre persone sparse in mezza Italia, tutte spinte dalla possibilità di ottenere un diploma che in futuro equivale ad uno stipendio: un investimento. Basta pagare. La maggior parte degli indagati sono soprattutto giovani, alcuni anche di origine straniera e di nazionalità romena che alla fine si sono ritrovati nei guai. Una volta che gli investigatori hanno iniziato ad identificare i primi assistenti hanno iniziato a scavare sul titolo di studio e hanno scoperto che in realtà non avevano mai frequentato alcun corso specifico, delle mille ore previste da svolgersi in provincia di Milano, neanche l'ombra. La maggior parte dei 103 indagati infatti sono proprio gli acquirenti. Sempre dagli accertamenti degli investigatori è emerso inoltre che c'erano due gruppi di persone, un gruppo che gravitavano a Roma e un altro invece in provincia di Salerno che si occupavano di procacciare i clienti, a seguire invece da Milano arrivavano i diplomi falsi curati nei minimi particolari, dai loghi istituzionali a quelli anche di alcuni istituti che in realtà quando si sono presentati i carabinieri del Nas erano all'oscuro di tutto. Ieri mattina quando sono scattate le prime perquisizioni, alcuni degli indagati erano proprio in servizio nelle case di cura. L'inchiesta è sbarcata a Milano dove secondo gli inquirenti è stata «stampata» anche la notizia di reato relativa al falso diploma che poteva ingannare anche l'occhio di un esperto. Gli indagati a piede libero sono 26 a Latina e provincia, 22 in provincia di Frosinone di cui 4 a Cassino che erano al corrente di acquistare un diploma in realtà falso e poi gli altri risiedono nella zona di Roma Nord, 3 in provincia di Viterbo e poi gli altri sono anche a Monterotondo,
L'inchiesta
A Milano la fabbrica dei diplomi facili: 103 indagati in tutta Italia
Latina - I risvolti dell'indagine del Nas di Latina. Gli accertamenti scattati a Cassino