Dalla mole di documenti sequestrati, un'indagine a ritroso sui permessi di soggiorno rilasciati nel tempo ai cittadini che hanno superato i test d'italiano per stranieri con modalità analoghe a quelle finite nell'inchiesta. Questa una delle piste seguite dagli investigatori dell'ufficio immigrazione del Commissariato di Terracina, che hanno eseguito nei giorni scorsi una serie di perquisizioni nel territorio di Borgo Hermada nelle case di diversi extracomunitari, sospettati di aver "venduto" a loro connazionali, certificazioni false di superamento di test d'italiano per l'ottenimento dei permessi di soggiorno. Una montagna di carte, che ora è al vaglio degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore titolare del fascicolo, Claudio De Lazzaro.

L'indagine coinviolge diverse persone,  tutte indagate, tutti extracomunitari e tutti residenti nella provincia di Latina. Gli uomini del vicequestore aggiunto Bernardino Ponzo, passeranno al setaccio ogni singola carta e non è escluso che possano emergere altri elementi. Una delle strade percorribili, è quella di rivalutare i permessi di soggiorno già rilasciati, e considerati a suo tempo legittimi e legali. Permessi da controllare se rilasciati con un modus operandi analogo a quello finito nel mirino, o con l'intervento di soggetti che oggi sono attenzionati. Un'indagine a ritroso, per verificare se il rilascio di certificazioni false dietro compenso sia circoscritto a singoli episodi, come quello che ha portato alla denuncia di un indiano lo scorso mese di febbraio, o se invece dietro ci sia una vera e propria rete di falsari. Una truffa trasformata in sistema.

Per ora le bocche restano cucite. L'inchiesta è tutt'ora in corso e le perquisizioni ordinate dalla procura di Latina ed eseguite nei giorni scorsi dalla polizia di Terracina hanno avuto l'obiettivo di requisire agli indagati tutto il materiale potenzialmente utile alle indagini. Diverse le abitazioni visitate. Oltre ai documenti cartacei, sono stati requisiti anche diversi telefoni cellulari, che potrebbero tirare fuori informazioni utili sui contatti esistenti tra le persone attenzionate. Lo scorso febbraio, a prendersi una denuncia era stato un indiano residente a Borgo Hermada di 37 anni, accusato di rilasciare dietro il pagamento di 100 euro a "pratica" certificazioni false di superamento degli esami di italiano. L'uomo millantava con i suoi connazionali, spesso digiuni di italiano e dunque completamente inconsapevoli, conoscenze nel mondo delle certificazioni. La polizia ha scoperto invece delle vere e proprie contraffazioni dei certificati, coi quali venivano poi rilasciati i permessi di soggiorno a tempo indeterminato.