Filo spinato arrugginito lungo la strada che porta alla sede dell'Arci caccia di Monte San Biagio è stato ritrovato due settimane fa dai cacciatori che frequentano il posto, ma risale al 10 marzo scorso il fatto più grave. Mentre due cacciatori di Terracina si trovavano presso la sede per addestrare i propri cani, gli animali hanno ingerito delle polpette avvelenate. Non c'è stato nulla da fare per i setter inglesi, uno di 2 anni e l'altro di 3, che sono morti dopo appena 20 minuti. «Non sono i primi atti intimidatori che riceviamo – ha raccontato Elio Trani, presidente provinciale dell'Arci caccia – la notte di ferragosto dello scorso anno una bomba è stata fatta esplodere all'interno della sede durante i fuochi d'artificio, con il chiaro intento di mascherare il boato. I locali sono andati in fiamme, ma non ci siamo persi d'animo, abbiamo ricostruito tutto e proseguito il percorso intrapreso. Il devastante incendio è stato, senza alcun dubbio, un atto criminale e lo sono anche i terribili episodi registrati nelle ultime settimane». Elio Trani è anche presidente dell'Ambito territorale di caccia-Lt2, l'associazione che si occupa della gestione faunistica ambientale e venatoria dell'ambito territoriale di caccia nei comuni di Campodimele, Castelforte, Fondi, Formia, Gaeta, Itri, Lenola, Minturno, Monte San Biagio, Ponza, San Felice Circeo, Sperlonga, Spigno Saturnia, Santi Cosma e Damiano, Terracina e Ventotene. Il presidente Trani conosce dunque bene l'intero territorio e in questi anni sono tante le battaglie che ha portato avanti contro il bracconaggio. «Chi ha messo le polpette avvelenate all'interno del percorso conosceva bene il posto, sapeva come muoversi e dove posizionare il cibo, la speranza è che alcune telecamere presenti abbiamo ripreso i criminale, perché di questo parliamo». Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia municipale e i carabinieri di Monte San Biagio che in seguito a ricerche hanno rinvenuto altri quattro bocconi avvelenati, il materiale rinvenuto è stato inviato all'istituto profilattico per le analisi che diranno di che veleno si tratta. Tutti gli episodi sono stati denunciati. Nessuna ipotesi è esclusa, nemmeno quella che a compiere atti simili siano persone interne al mondo venatorio. Trani ha dichiarato di non avere paura e di voler scoprire chi sono i malviventi che hanno tolto la vita a due cani, fatto, a parer suo, più grave anche dell'incendio.