Dalle prime ore della mattinata odierna è in corso una vasta operazione antiterrorismo, condotta dalle Digos di Roma e Latina coordinate dal Servizio Contrasto all'Estremismo e Terrorismo Esterno della DCPP/UCIGOS. Sono in fase di esecuzione cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere e numerose perquisizioni locali nelle province di Latina, Roma, Caserta, Napoli, Matera e Viterbo, disposte dal GIP del Tribunale di Roma dott. Costantino De Robbio nell'ambito di un'indagine coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, dott. Sergio Colaiocco. I provvedimenti cautelari riguardano il 38enne sedicente cittadino palestinese Napulsi Abdel Salem, attualmente detenuto per stupefacenti, per i reati di cui agli artt. 270 quinquies e 270 sexies (addestramento ad attività con finalità di terrorismo e condotte con finalità di terrorismo) nonché 4 cittadini tunisini accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: il 32enne Baazaoui Akram, il 52enne Baazaoui Mohamed, il 29enne Baazaoui Dhiaddine e il 30enne Baazaoui Rabie.
Le indagini sono scaturite dagli accertamenti svolti all'indomani dell'attacco portato il 19 dicembre 2016 al mercatino natalizio di Berlino dal terrorista tunisino Anis AMRI, come noto ospitato da un suo connazionale ad Aprilia nel 2015 le cui dichiarazioni hanno contribuito all'indagine. Gli approfondimenti hanno permesso di ricostruire la rete relazionale del terrorista tunisino nel periodo della sua permanenza in Italia fino alla partenza per la Germania avvenuta il 2 luglio 2015. In tale quadro, sono stati nel tempo individuati e monitorati vari stranieri gravitanti nell'area pontina e nel territorio della Capitale, alcuni dei quali espulsi con provvedimenti del Ministro dell'Interno in quanto ritenuti una minaccia per la sicurezza dello Stato.
Tra i contatti dell'attentatore di Berlino vi era un tunisino di 37 anni residente a Latina, frequentatore del locale Centro di preghiera islamico di Latina e noto per le sue posizioni radicali, legato da consolidati rapporti di amicizia con il sedicente cittadino palestinese Napulsi Abdel Salem, destinatario del provvedimento per i fatti legati al terrorismo. I due, infatti, si erano spesso lasciati andare a considerazioni incentrate su visioni radicali dell'Islam, connotate da una marcata ostilità per gli occidentali ed i relativi costumi utilizzando, tra le altre, espressioni del tipo "tagliare la gola e i genitali" riferite agli "infedeli".
Un mirato servizio di Polizia Giudiziaria ha consentito di rinvenire nell'abitazione romana di Napulsi, oltre che un consistente quantitativo di eroina per il quale è attualmente in carcere, un tablet la cui analisi ha evidenziato la sua attività di auto-addestramento attraverso la visione compulsiva di video di propaganda riconducibili al terrorismo islamico ed altri riguardanti l'acquisto e l'uso di armi da fuoco, tra cui fucili e lanciarazzi.
 Le indagini hanno inoltre permesso di identificare un altro cittadino tunisino (Baazaoui Akram), che nel 2015 era costantemente presente a Latina e che avrebbe dovuto procurare falsi documenti di identità ad ANIS Amri. Gli approfondimenti eseguiti hanno permesso di individuare una vera e propria associazione per delinquere, operante tra le province di Caserta e Napoli, finalizzata alla falsificazione di documenti ed al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di soggetti dalla Tunisia a vari Paesi dell'Europa, gestita dai quattro tunisini raggiunti dai provvedimenti odierni

Blitz della Digos di Roma e Latina contro la rete dei contatti italiani di Anis Amri, il terrorista di Berlino. Questa mattina all'alba la polizia, su ordine del Gip di Roma Costantino De Robbio, ha notificato il mandato di cattura a cinque stranieri: il palestinese Abdel Salem Napulsi, già detenuto nel carcere di Rebibbia, e quattro tunisini residenti a Napoli e nel Casertano. Perquisizioni sono tuttora in corso a Latina.

Abdel Salem Napulsi, 38 anni, è accusato di terrorismo perché si è auto addestrato su Internet. Oltre a 16 video di propaganda islamista presi da Youtube, ha scaricato istruzioni sull'uso di carabine ad aria compressa e lanciarazzi del tipo Prg-7, nonché su come modificare alcune armi in commercio. Non solo. Poco prima del fermo avvenuto nell'ottobre scorso a Latina durante un controllo antidroga, ha cercando di acquistare o noleggiare un mezzo, un modello tipo pick up o camioncino, adatto a montare armi da guerra.A lui gli investigatori della Digos sono arrivati passando al setaccio la rubrica di Anis Amri, il quale nell'estate del 2015 trascorse almeno una decina di giorni ad Aprilia ospite del suo amico Montassar Yakoubi, conosciuto a bordo del barcone che li portò a Lampedusa nel 2011. Il numero appartiene a Khazri Mounir, uno spacciatore radicalizzato di Latina: attraverso di lui - secondo il Gip romano - Napulsi manteneva "un collegamento diretto con ambienti riconducibili all'Isis". Ed è con lui che, al telefono, si lasciava andare.

Le indagini della Procura di Roma hanno utilizzato le intercettazioni telefoniche per tenere sotto controllo gli indagati. Proprio da queste emergono dettagli che secondo gli inquirenti sono inequivocabili circa la radicalizzazione dei tunisini. In una in particolare Napulsi al telefono con Mounir, afferma parlando degli occidentali: "Bisognerebbe mettere la loro testa sul tagliere e via, e colpire (mozzare la testa) e avanti un altro". I due ridono. Mounir sembra poi pronunciare alcuni versetti tratti dal Corano ("Quando incontrate i miscredenti colpiteli al collo finché non li abbiate soggiogati") e Napulsi aggiunge: "Tagliargli la testa e i genitali!".