Ha utilizzato 14 identità diverse Anis Amri che quando parte da Campoverde arriva in Germania con un passaporto falso. Come ha fatto ad averlo? Nelle pagine dell'inchiesta, l'uomo che aveva ospitato Amri tra Latina e Aprilia ha riferito che è stato proprio lui a contattare uno degli arrestati in questo caso Akram Baazaoui per procurare ad Amri dei documenti falsi: un passaporto o un permesso di soggiorno per poi andare in Germania. Bazzaoui è stato arrestato in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Costantino De Robbio, con l'accusa di associazione per delinquere, il suo ruolo nel sodalizio non è di secondo piano sul fronte della fabbricazione di documenti falsi.
Amri infatti arriva per la prima volta in Germania nel luglio 2015 e presenta una domanda di asilo politico ma secondo gli inquirenti, sapendo bene la risposta che riceverà in realtà è un modo per temporeggiare.
Un mese dopo, ad agosto, viene fermato sul lago di Costanza a poca distanza dalla Svizzera, ha un passaporto italiano falso dichiara false generalità ma trova il modo di evitare l'espulsione, le autorità tunisine infatti a quanto pare non collaborano.
Nell'inchiesta sono emersi anche i guadagni illeciti come è riportato nel provvedimento che riguardano l'analisi delle transazioni Western Union e che prendono in esame i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. Akram Baazaoui e Mohamed Baazauoi hanno ricevuto denaro provenienti dall'estero sono somme mai superiori ai 300 euro che hanno permesso di offrire un primo evidente riscontro di quello che era emerso nelle intercettazioni telefoniche. «Dalle indagini non è emersa una fonte di guadagno lecita che possa giustificare questo continuo invio di denaro in Francia». Akram Baazaoui risulta titolare di una ditta individuale per il commercio al dettaglio di bigiotteria e analizzando il periodo di imposta del 2016 ha dichiarato un reddito netto pari a 8690 euro. In una telefonata che è stata intercettata proprio Akram mentre parla con Dhia viene alla luce anche i consistenti guadagni che arrivano dai traffici illeciti. «Parlano delle proprie condizioni economiche - sostiene il pm - e sostengono che non avrebbe ragion d'essere se si considera che Akram non svolge alcuna attività lecita