Restano sotto chiave le polizze da oltre 4 milioni di euro che erano state sequestrate a Paolo Barberini, nell'ambito dell'inchiesta sul colossale crac della Midal. I giudici della Corte di Cassazione Grazia Miccoli presidente e Rossella Catena, a cui Barberini si era rivolto hanno deciso di lasciare sequestrato quel denaro, nonosante il processo in corso e che si sta svolgendo in Tribunale a Latina e l'intesa tra 59 dipendenti che si sono costituti parte civile nel processo e che saranno risarciti. «In riferimento alla cessazione delle esigenze poste a fondamento della misura conservativa e specificamente al periculum in mora: il soddisfacimento del diritto di credito delle parti civili, infatti, verrebbe ostacolato proprio dal mantenimento del sequestro, risultando generico l'argomento costituito dalla necessità di tutelare le tre parti civili che non hanno sottoscritto l'accordo transattivo, non essendo stata eseguita alcuna valutazione, neanche sommaria, dell'entità del possibile credito che le parti civili potrebbero vantare all'esito di una eventuale condanna del ricorrente; peraltro, l'entità di detto eventuale credito sarebbe agevolmente ricavabile sula scorta dell'accordo raggiunto con le altre parti civili, che avevano sottoscritto la transazione, la quale prevede il riconoscimento, in loro favore, della somma di 5mila e 800 euro pro capite. Nonostante questo il Tribunale ha mantenuto il sequestro su polizze il cui valore complessivo ammonta ad euro 4 milioni e 700mila euro. Il sequestro conservativo era stato disposto dal Tribunale di Latina nell'agosto del 2015, la difesa di Barberini aveva impugnato il provvedimento chiedendo il dissequestro ma era arrivato un diniego da parte dei magistrati come anche da parte del Tribunale del Riesame di Latina delle misure reali.
La decisione
Crac Midal, sequestro confermato per le polizze di Barberini
Latina - Il ricorso era stato presentato davanti ai giudici della Cassazione che hanno sciolto la riserva