Se i bambini italiani, attirati dalla tecnologia e dagli sport agonistici, giocano sempre meno nei campetti sotto casa, in molti quartieri della città i campi di calcetto sono ormai affollati dai giovani migranti ospiti dei centri di accoglienza. In alcune zone del capoluogo hanno colmato il vuoto lasciato dai figli dei residenti, in altri la convivenza è difficile, proprio come dimostra quello che è successo un paio di giorni fa nel quartiere Q4-Nuova Latina, dove un gruppo di nigeriani si è conteso il terreno di gioco parrocchiale a suon di insulti e pallonate.
L'episodio si è registrato in uno dei primi pomeriggi assolati della settimana scorsa nel campetto di viale Nicolò Paganini nei pressi della chiesetta dedicata a "Maria Madre della Chiesa". Un gruppo di ragazzini giocavano col pallone, controllati a vista da alcune madri che passeggiavano con i cani lì intorno, quando si sono presentati una decina di giovani africani. Anche loro avevano un pallone, ma non potevano giocare perché il campo era occupato. Uno si è fatto avanti e, con tono sprezzante, ha ordinato ai ragazzini italiani di lasciare loro il campetto perché dovevano giocare.
A quel punto è intervenuta un madre in difesa del figlio e dei suoi amici, nel tentativo di fare capire ai giovani migranti che le cose non stavano come sostenevano loro, che il campetto era di tutti e non potevano pretendere la precedenza in quella maniera. Ne è scaturita un'accesa discussione, degenerata velocemente, al punto che uno dei genitori ha deciso di prendere il telefono e chiedere l'intervento della polizia.