Francisco Parente, il trentaquattrenne di Santi Cosma e Damiano accusato di aver ferito con una coltellata un suo compaesano, ieri è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino, Salvatore Scalera. L'indagato, assistito dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Giuseppe Lauretti, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Un interrogatorio di garanzia che, dunque, non ha avuto sviluppi su un accoltellamento che si verificò la sera del 14 maggio a Scauri e che vede il Parente, conosciuto col nomignolo di "cileno" rimanere rinchiuso nella casa circondariale di Cassino, nei pressi della quale era stato catturato l'altro giorno dai Carabinieri della Compagnia di Formia, dopo quindici giorni di latitanza. I legali dell'uomo per il momento, non hanno assunto alcuna iniziativa, in quanto vogliono approfondire la situazione, in attesa di decidere quale strategia difensiva dovranno adottare. Il Gip cassinate, che h preso atto della volontà dell'indagato, nei giorni scorsi, prima della cattura del "cileno", aveva firmato l'ordine di custodia cautelare, su richiesta del Pm, Alfredo Mattei, con l'accusa di tentato omicidio, per aver ferito con una coltellata il ventiquattrenne Adolfo Pandolfo.
Quest'ultimo si trovava insieme ad una ragazza di Formia, ex del Parente e dalla cui relazione è nato un bimbo. Ciò fa ritenere agli inquirenti che l'accoltellamento è da addebitare a motivi passionali. I due protagonisti della vicenda si incontrarono sulla via Appia a Scauri, mentre erano alla guida delle rispettive autovetture. Il cileno avrebbe chiesto al Pandolfo di fermarsi per un chiarimento, ma un volta scesi dall'abitacolo il parente avrebbe sferrato il fendente, che causò danni al polmone del Pandolfo, il "cileno" si è dato alla fuga, scomparendo nel nulla per due settimane.
I carabinieri della Compagnia di Formia, una volta raccolti tutti gli elementi e le testimonianze, hanno inviato la documentazione ai giudici della Procura di Cassino, che poi, come detto, hanno emesso l'ordine di custodia cautelare. Nel frattempo è iniziata la caccia al Parente, che, lunedì scorso, è stato trovato in un bar di Cassino, assieme alla sua attuale compagna. I militari del maggiore David Pirrera, in verità, lo braccavano da giorni e lunedì sono entrati in azione, ponendo termine alla sua latitanza. Comunque le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Formia continuano le indagini, per individuare gli eventuali complici che avrebbero aiutato il Parente nel periodo della sua latitanza.