Un'ordinanza per regolamentare il funzionamento di tutte le apparecchiature dedicate al gioco e che prevedono vincite in denaro.
È questa l'iniziativa presa dal sindaco di Anzio, Candido De Angelis, che ha deciso di utilizzare il pugno duro contro l'utilizzo sconsiderato di videopoker e slot machine, andando a combattere la pericolosa ludopatia con gli strumenti a sua disposizione quale principale responsabile della salute dei concittadini.
In particolare, De Angelis ha stabilito che le "macchinette" in questione possano essere operative solo otto ore al giorno e, in special modo, nelle fasce orarie comprese fra le 9 e le 12 e fra le 18 e le 23, festivi inclusi.
«Gli apparecchi - scrive il sindaco -, nelle ore di sospensione del funzionamento, dovranno essere spenti tramite l'apposito interruttore elettrico di ogni singolo apparato ed essere mantenuti non accessibile».
In più, ogni locale che possiede tali strumentazioni per il gioco d'azzardo - che ricordiamo essere totalmente legali - dovrà esporre un cartello riportante gli orari di utilizzo.
Per i gestori dei locali che non rispetteranno i dettami sindacali, sono previste sanzioni comprese fra 150 e 450 euro: a vigilare saranno la polizia locale e le altre forze dell'ordine. In più, in caso di recidiva (violazione commessa due o più volte in un anno solare), è prevista la sospensione del funzionamento degli apparecchi per un massimo di cinque giorni.
Fra le varie situazioni che hanno spinto il sindaco, c'è sicuramente l'incremento delle persone prese in carico dal Ser.D, ossia il Servizio pubblico per le dipendenze delle Asl del Lazio: negli ultimi sei anni, infatti, i pazienti trattati per problematiche relative al gioco d'azzardo patologico in cura sono passati dai 165 casi del 2012 ai 613 del 2017.
«Con nota del primo giugno 2018 - scrive ancora il sindaco -, il Dipartimento ha fornito un aggiornamento dei dati riferiti ai primi mesi del 2018, confermando la tendenza a un aumento dei soggetti che richiedono interventi socio-sanitari per problemi legati al disturbo da gioco d'azzardo». In particolare, parliamo di 218 casi registrati fra gennaio e maggio 2018.
Infine, ma non per importanza, «risulta verosimile ritenere - conlude De Angelis - che il numero reale delle persone affette da ludopatia sia assai maggiore rispetto al numero dei soggetti che, in concreto, si sono rivolti ai Ser.D».