Tre distinti processi non sono bastati per appagare il senso di giustizia dei familiari di Matteo Vaccaro, ucciso la sera del 31 gennaio 2011 in circostanze che la verità processuale ha ripercorso lasciando qua e là una serie di zone d'ombra. Circostanze rimaste irrisolte che ora tornano a prendere corpo, alimentate dalle parole di colui che sta pagando per tutti: affidando le proprie ragioni, sul tentativo di accedere alle misure alternative della detenzione, a una lettera che ha indirizzato alla redazione di Latina Oggi dal carcere di Rebibbia dove sta scontando la condanna per omicidio, Alex Marroni si è rivolto anche al padre di Vaccaro che aveva rilanciato nei giorni scorsi la sua ricerca della verità, lasciando chiaramente intendere che qualcosa, da chiarire, ancora c'è. E lo ha fatto lanciando una sorta di sfida al genitore affranto, rimproverandolo quasi per non avere cercato risposte ai suoi interrogativi nella direzione più ovvia: il confronto diretto con l'omicida di suo figlio. Riferendosi a Valentino Vaccaro scrive senza mezzi termini: «Ho letto che è in cerca della verità, che ci sono circostanze irrisolte: ha mai pensato di chiedere un colloquio visivo con me?».