Via i sigilli dal cantiere in zona Angolo a Sperlonga, dove erano in corso i lavori di costruzione di una villa al posto di un ex ovile. I giudici del Tribunale del Riesame hanno accolto nei giorni scorsi il ricorso presentato dalla proprietà e annullato dunque il sequestro eseguito ad agosto. Pertanto l'area è stata riconsegnata agli aventi diritto e potranno riprendere i lavori. Le motivazioni della pronuncia del Tribunale del Riesame di Latina (collegio presieduto dal giudice Gian Luca Soana) ancora non sono state depositate. Per la Procura, entrambi i permessi di costruire sarebbero illegittimi. Il primo, quello del 2012, perché, dichiarato di manutenzione/riqualificazione, in realtà si sarebbe qualificato come nuova costruzione, autorizzando: il cambio di destinazione d'uso di una cantina (diventata abitazione), l'incremento della volumetria, la modifica della sagoma. Il tutto in area urbanisticamente inquadrata come zona agricola. Per quanto riguarda il permesso di costruire del 2014, che prevedeva la demolizione e ricostruzione, lo stesso non avrebbe interessato la pre-esistenza edilizia attestata nell'atto notarile del 2013, bensì la situazione assentita dal precedente permesso di costruire. Il tutto con un premio di cubatura che, sostiene la Procura, non poteva essere concesso poiché la legge lo esclude per gli edifici realizzati prima del 1950; in questo caso la pre-esistenza dell'edificio era fatta risalire in parte al 1926 e in parte al 1936. Queste le tesi della Procura, che aveva quindi disposto il sequestro poi annullato dal Riesame. Ora si attende il deposito delle motivazioni.

Lì sorgeva un vecchio ovile. Ora, al suo posto, una villa con vista mozzafiato. Questa mattina sulle colline di Sperlonga i carabinieri del Nipaf, il nucleo investigativo forestale, e i colleghi della Stazione di Sperlonga, hanno sequestrato l'area eseguendo un decreto d'urgenza disposto dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano. Quattro le persone indagate nel procedimento per violazioni urbanistiche e abuso d'ufficio. 

di: Federico Domenichelli