Alcuni immobili che ricadono nell'area dell'ex Spes a Sabaudia restano in mano ai privati. I giudici della Cassazione hanno respinto il ricorso del Comune e confermato dunque la sentenza che aveva riconosciuto ormai acquisiti gli edifici per usucapione.
La contesa va avanti da anni e il Comune nel suo ricorso ha contestato una presunta erronea valutazione dei documenti offerti in giudizio e l'omesso esame di un punto decisivo della controversia. Si fa riferimento alla dichiarazione di riconoscimento della proprietà pubblica degli immobili resa dal figlio convivente dell'originaria parte attrice. Il motivo richiama poi l'ordine di sgombero del 28 marzo 1981, che secondo l'Ente impedirebbe l'acquisto per usucapione.
I giudici della Cassazione, però, hanno ritenuto inammissibile il ricorso del Comune. Tra l'altro - si sottolinea in sentenza - visto che l'inizio del possesso degli immobili è databile tra il 1956 e il 1960, neppure avrebbero rilievo i fatti portati a sostegno del ricorso, riferibili al 1981 o al 1983 (ordine di sgombero e cambio di residenza). Allora, infatti, già si era formato l'acquisto per usucapione. Per questo motivo, alla luce di quanto emerso, i giudici della Cassazione hanno respinto il ricorso del Comune di Sabaudia e confermato dunque la proprietà privata di questi immobili che ricadono nell'area dell'ex Spes.