Al peggio non c'è mai fine. Con questa frase è possibile racchiudere quanto accaduto nelle scorse ore ai danni del presidente dell'Associazione nazionale Vittime delle Marocchinate, Emiliano Ciotti, dell'avvocato Luciano Randazzo - che ha patrocinato l'esposto in Procura per riaprire le indagini sui crimini di guerra - e del responsabile della comunicazione della stessa associazione, Davide Caluppi.
In particolare, i tre sono risultati i destinatari di gravissime minacce e intimidazioni arrivate online, attraverso il sistema di messaggistica di Facebook e con profili che, al momento, sembrerebbero riconducibili a persone ignote.
A darne notizia è stato proprio Caluppi attraverso un comunicato: «Volevamo mettere a conoscenza che il presidente Ciotti, l'avvocato Randazzo e il responsabile della comunicazione Caluppi hanno ricevuto gravi intimidazioni e diffamazioni sul Social Facebook, in forma privata e dietro messaggi in inglese. I messaggi sono espliciti - prosegue la nota - e riguardano il lavoro che stiamo portando avanti da tempo».
Si tratta, infatti, di quelle che vengono definite «esplicite intimidazioni e gravissime offese alla vicenda delle Marocchinate». Gli italiani, stando a quanto riferiscono dall'associazione, nei messaggi sono paragonati a "me..e", con le violenze subite dalle vittime che, secondo questi ignoti autori dei messaggi «sono il giusto risultato perché ‘se lo sono meritato'».
Insomma, un orrore che si aggiunge alle conseguenze delle atrocità commesse dai soldati africani dell'esercito francese a cavallo fra il 1943 e il 1944 sulle colline lepine e ausone delle province di Latina e Frosinone, che sono tornate d'attualità grazie all'impegno dell'associazione presieduta da Ciotti, che si è impegnata nella ricerca della verità e delle responsabilità dello Stato francese in questa terribile pagina di storia locale.
«Diciamo subito a questi ‘leoni da tastiera' di mettere nome e cognome - conclude la nota -. Comodo nascondersi dietro a un pc. E facciamo sapere che non sono questi messaggi scritti in inglese che ci fanno paura. Anzi, andremo ancora più avanti nella battaglia. La verità, come si dice, fa male».