Atti impugnati mai notificati alla ricorrente. Con questa motivazione, la comproprietaria del 25% di tutti gli appartamenti invenduti e realizzati dalla società "Lido delle Salzare" nel "Serpentone" di Ardea - ma anche proprietaria al 100% di un appartamento del complesso stesso - ha promosso un ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che confermava la validità di alcuni atti comunali, che adesso i giudici d'appello dovranno acquisire prima di andare avanti nella trattazione della causa.
Si tratta dell'ordinanza dell'8 luglio 2005 con cui il Comune ha disposto l'acquisizione al patrimonio comunale dell'appartamento di proprietà della ricorrente e in generale dell'area di sedime su cui insiste il fabbricato; della determina del primo agosto 1997 con cui è stata annullata la concessione edilizia del 1989 e della determina del 29 agosto 199, con cui è stata ingiunta la demolizione di tutte le opere realizzate in forza della concessione annullata.
La ricorrente, infatti, sostiene di non essersi mai vista notificare queste carte, che il Comune - tra l'altro - non aveva depositato nel giudizio di primo grado. «L'acquisizione degli atti impugnati e della relativa documentazione - scrivono i giudici nell'ordinanza - appare, pertanto, un'attività istruttoria irrinunciabile, dovendosi quindi procedere in questa sede all'acquisizione di copia dei provvedimenti oggetto di causa». Il Comune, dunque, avrà sessanta giorni di tempo per depositare le carte in questione: dopodiché, alla scadenza del termine per gli incombenti istruttori, si provvederà a fissare una nuova udienza per il giudizio.