Bonificare quanto prima l'alveo del Rio Grande, a poche centinaia di metri dal ponte di Manzù, al fine di scongiurare esondazioni o trasporto in mare di rifiuti di vario genere.

È questo l'appello che arriva da alcuni cittadini di Ardea, soprattutto residenti in zona, che temono problemi in vista della stagione invernale a causa di una vera e propria "diga" artificiale che si è creata nell'alveo del fosso di Castrum Inui con terra, rifiuti, detriti, calcinacci e altro materiale.

A giudicare dalla situazione e dalle foto, l'allarme non appare infondato: infatti, su uno degli argini, al posto di un "normale" canneto ci sono una recinzione in parte divelta e molti calcinacci che, pian piano, scendono verso il letto del Rio Grande.

Poi, volgendo lo sguardo più in basso, ecco che i calcinacci diventano una catasta, accompagnati da vegetazione secca e compattata, terra, rifiuti di ogni genere e qualche frigorifero che, come ben noto, potrebbe rappresentare anche una pericolosa fonte di inquinamento visto che questo elettrodomestico contiene liquidi all'interno dei propri circuiti.

Chiaramente, al problema dell'inquinamento ambientale - come evidenziato in apertura - si associa il pericolo legato alle inondazioni. «Il Consorzio di Bonifica deve venire a togliere i rifiuti che fanno da diga all'acqua - spiega un residente della zona limitrofa al Rio Grande -. Ci siamo già allagati due volte e abbiamo dovuto buttare tutto: siamo rimasti spogli, non possiamo permetterci che riaccada di nuovo. Del resto il tempo non annuncia nulla di buono, per cui sarebbe il caso che chi di competenza agisca immediatamente».

Va comunque sottolineato che occorrerebbe anche capire come sia stato possibile lo sversamento dei rifiuti all'interno dell'alveo del fiume che attraversa il territorio di Ardea.