Nel corso della mattinata di oggi, 14 novembre 2018, il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha preso parte alla cerimonia di accoglienza di 51 rifugiati "regolari" (ossia con lo status già riconosciuto) all'interno dell'aeroporto militare di Pratica di Mare, a Pomezia.
Dall'aereo sono scesi bambini, giovani, donne, uomini e disabili. Diciannove di queste persone hanno meno di diciotto anni. E Salvini, nel suo discorso, ha toccato dei concetti piuttosto importanti sul tema dell'immigrazione.
«Il mio obiettivo - ha affermato - è spalancare le porte dell'Italia a chi scappa dalla guerra e dalla sofferenza. Ma al contempo vogliamo chiuderle a chi la guerra ce la porta in casa. Siamo per un'immigrazione regolare, positiva, controllata, con persone da integrare e con cui scambiarsi culture, esperienze di vita, modi di mangiare e pregare. Questo - ha aggiunto il vice presidente del Consiglio dei ministeri - è il primo di una serie di aerei, non un evento una tantum organizzato perché si avvicina il Natale e c'è un gesto di generosità da dimostrare a telecamere accese. Oggi vogliamo far capire che l'Italia è un Paese accogliente, generoso, solidale, dove mi è stato affidato il compito di riportare regole, ordine e tranquillità all'interno di un fenomeno che negli ultimi anni era sfuggito di mano. Andrò alla partenza di un aereo che riporterà a casa persone che si sono macchiate di reati e delitti in questo Paese - ha evidenziato Salvini -, ma preferivo iniziare con il sole e con la meraviglia dei bimbi che scendono dall'aereo».
E a chi gli chiedeva se fosse possibile accogliere persone provenienti dal mare, ma con caratteristiche simili a quelle dei rifugiati odierni, Salvini ha risposto così: «L'unico arrivo posibile per donne e bambini o per i disabili è in aeroplano. Sui barconi nom perché sono gestiti da criminali che, con il traffico degli esseri umani, comprano armi e droga. Non mi rassegnerò finché ci sarà un barcone che parte, cercando di salvare le vite umane».