Nei giorni scorsi, a Nettuno, sono iniziati i lavori di sistemazione dei fossi Tinozzi e Cacamele, con particolare attenzione al tracciato di quest'ultimo, che passa al di sotto della Chiesa di Santa Maria del Quarto, l'antico edificio di culto attiguo al cimitero nettunese.
Gli operai, nello specifico, stanno lavorando all'interno della voragine che si è aperta diversi anni fa nel pavimento della piccola Chiesa, intrisa di storia e ricca di sepolture che, nel tempo, sono state effettuate prima che la stessa venisse utilizzata esclusivamente per le funzioni religiose e non per seppellire i morti.
Proprio per via delle sepolture, gli operai - prima di intervenire per i lavori all'interno del fosso - hanno spostato le ossa presenti, che poi saranno ricollocate al loro posto una volta chiusa la voragine.
Per quanto riguarda la riapertura della Chiesa, però, i tempi potrebbero non essere brevissimi: infatti, una volta ultimati, questi lavori non prevedono il ripristino del pavimento con le lastre originali, che fortunatamente sono state messe in salvo, nonostante alcune siano rotte.
Di conseguenza, il Comune - che è proprietario del bene restaurato a metà dei primi anni 2000 e oggi di nuovo in uno stato preoccupante, vista l'umidità che ha pervaso gli ambienti provenendo dalla voragine - dovrà redigere un progetto e trovare i fondi per effettuare l'intervento.
A seguire da vicino i lavori, dopo un flash mob organizzato alcune settimane fa proprio per chiedere attenzione per lo storico edificio di culto, è l'ex sindaco di Nettuno, Carlo Conte.
«Forse per fare un buon lavoro quel corso d'acqua andrebbe deviato - ha commentato l'ex sindaco, comunque soddisfatto per il via agli interventi -. Tra l'altro, non posso non ricordare che Santa Maria del Quarto è una delle vestigia più interessanti della storia nettunese e andrebbe restaurata e aperta al pubblico. Chiaramente, deve essere protetta: di conseguenza, continueremo a seguire i lavori con estrema attenzione».
A tal proposito, lo stesso Conte - raccogliendo un suggerimento dello storico locale Giancarlo Baiocco - nei giorni scorsi ha evidenziato come sarebbe opportuno recuperare la lapide della famiglia Segneri e, magari, traslarla in un luogo dove potrebbe essere maggiormente al sicuro.