«Basta paura, venite in Questura e denunciate». L'appello del dirigente della Squadra Volante di Latina, il vicequestore aggiunto Celestino Frezza, è in linea con i risultati investigativi ottenuti dalla polizia sul fronte dei maltrattamenti in famiglia e della violenza sulle donne tra le mura domestiche. I numeri in provincia di Latina sono imponenti e fanno certamente riflettere sulle proporzioni di un fenomeno monitorato e analizzato e che la polizia cerca di prevenire con incontri a tema partendo prima di tutto dalle scuole. Dal primo gennaio ad oggi sono stati 37 gli arresti in flagranza di reato per questi reati, tra cui lo stalking mentre sono state 27 le misure restrittive emesse: dagli arresti domiciliari al carcere al divieto di avvicinamento.  I dati riguardano tutta la provincia di Latina e soprattutto il capoluogo. «Devo dire che c'è una grande sensibilizzazione come disposto dal Procuratore Carlo Lasperanza che ha diramato delle direttive precise – ha spiegato Frezza – in questo modo con l'autorità giudiziaria si è creata una forte sinergia che ha portato a questi risultati. La violenza di genere è un fenomeno trasversale e noi proprio per questo dall'inizio dell'anno abbiamo incrementato l'attività, a volte da parte delle vittime manca la forza di volontà ma noi siamo qui». Gli fa eco il sostituto commissario Tommaso Malandruccolo della Divisione Anticrimine. «Ci occupiamo con degli incontri precisi ad esempio nelle scuole di prevenzione e abbiamo ideato un progetto con l'obiettivo di prevenire. Ci sono i camper che saranno presenti, a testimonianza di quanto sia importante far conoscere il fenomeno e prevenire. Andiamo nelle scuole dove illustriamo le insidie e i segnali giusti per prendere delle misure. Questo è un modo anche per saper leggere dei segnali prima che sia troppo tardi». Proprio ieri mattina il team della polizia era nell'Istituto Marconi di Latina. «Gli obiettivi sono diversi, da quello preventivo a quello di analisi fino a far aumentare la consapevolezza – osserva l'Ispettore Superiore Alba Faraoni della Divisione Anticrimine – il fenomeno non si combatte da solo, è chiaro però che non basta anche soltanto una condanna giudiziaria, serve anche una condanna sociale».