Una settimana fa ancora c'era la speranza di trovarlo in vita. Oggi, a otto giorni dalla tragedia sulla Pontina crollata per cause che sono tutte da accertare, del corpo di Valter Donà continua a non esserci traccia. Le ricerche vanno avanti serrate: partite subito, con una ruspa che ha allargato il diametro della voragine, i sommozzatori dei vigili del fuoco, l'unità speleo-subacquea, squadre della protezione civile, le perlustrazioni, proseguite anche con il mezzo aereo, i gommoni, e a piedi, non hanno dato alcuna risposta. L'unico segnale che ha per un attimo illuso di essere vicini al 68enne, il rinvenimento da parte dei volontari della protezione civile, di alcuni indumenti ed effetti personali dell'uomo. Una scarpa, i pantaloni, una camicia, il portafoglio. Era lunedì 26 novembre, il giorno dopo il crollo. Da quel momento, più nulla.
I famigliari vivono ore di angoscia e avrebbero deciso di affidarsi ad un legale per tutelare i propri interessi. Il Consorzio di bonifica prosegue a scavare nelle zone individuate come sensibili, lungo gli argini del canale e fino alla foce del fiume Sisto ma nuove disposizioni sarebbero già efficaci per far ripartire le ricerche dall'interno della cratere, nella "buca" creata dal crollo in cui Donà è stato visto per l'ultima volta. Già allargata dalla ruspa, che ora è sottoposta a sequestro e resta inaccessibile, sarà oggetto di nuovi scavi, dopo l'autorizzazione rilasciata dai pm titolari dell'indagine, i magistrati Giuseppe Bontempo e Valerio De Luca. La procura procede per ora per disastro colposo, ma l'indagine è ancora contro ignoti. Nessuno risulta iscritto sul registro degli indagati. Un tecnico è stato incaricato di analizzare la documentazione sulla strada, sui canali, e le foto del disastro. La delega alle indagini è stata conferita alla polizia stradale di Latina.