Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda giudiziaria legata ai contenziosi fra il Comune di Ardea e la ditta che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sul territorio comunale.
In particolare, nelle scorse settimane, è giunto al protocollo del Comune un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Roma e richiesto proprio dalla ditta in questione nei confronti del Comune di Ardea.
Nel documento si chiede all'ente di via Garibaldi il pagamento di 4.285.418,20 euro - oltre agli interessi di mora e alle spese di procedura - in relazione alla mancata corresponsione dei canoni dovuti per il servizio reso per la raccolta domiciliare dei rifiuti - il cosiddetto "Porta a porta", ndr - lungo il territorio comunale e dunque non ricadente nella "zona pilota" precedentemente individuata. In più, da questo conteggio resta escluso il servizio reso per la zona balneare e per le case sparse, in quanto oggetto di un atto aggiuntivo e di un servizio remunerato con un canone fisso.
Il periodo per il quale la ditta chiede i soldi attraversa un arco temporale che va dal mese di maggio 2013 a oggi.
Chiaramente, dopo aver ricevuto il documento in questione, dal Comune hanno iniziato a riflettere sul decreto ingiuntivo e, lo scorso 7 dicembre, il dirigente del servizio Ambiente ha chiesto al suo omologo del servizio Legale di costituirsi, proponendo un'opposizione al decreto ingiuntivo.
Dal canto suo, il segretario comunale ha recepito la richiesta e ha deciso di seguire le indicazioni del dirigente, affidando l'incarico di rappresentanza dell'ente all'avvocato Peppino Mariano, che si occupa anche di altri contenziosi in corso con la ditta ed è ritenuto un profondo conoscitore della materia in discussione.
L'avvocato, da par suo, ha accettato l'incarico e, come da richiesta dell'ente, ha presentato la parcella che, comprensiva di tutte le spese e i contributi, ammonta a 22.514,51 euro.
Una somma, questa, che per la gran parte dell'ammontare l'avvocato riceverà con fondi di bilancio del 2019: infatti, considerate le "esigenze economiche dell'ente", il legale si è detto disponibile ad avere un minimo acconto con esigibilità durante l'anno in corso, per poi incassare il resto della parcella tra qualche mese.
Ora, dunque, la "palla" passerà agli uffici giudiziari.