Ad oltre venti giorni di distanza dall'incidente che ha visto sparire nella voragine che ha spezzato in due la Pontina, l'imprenditore Valter Donà, la famiglia chiede al tribunale che venga dichiarata ufficialmente la scomparsa del 63enne, il cui corpo non è ancora stato ritrovato.
L'avvocato dei Donà Giuseppe Mosa nei giorni scorsi ha presentato il ricorso per la dichiarazione di scomparsa dell'uomo, che gestiva a suo nome una ditta edile a carattere famigliare. Un passo necessario per consentire la gestione degli affari correnti, che comunque devono andare avanti.
«L'istanza al tribunale civile di dichiarazione ufficiale di scomparsa consentirà la nomina a curatore del figlio, che potrà curare tutti gli atti riguardanti il padre, anche quelli relativi la professione», ci spiega l'avvocato Mosa. «Abbiamo avanzato anche le richieste risarcitorie nei confronti di Astral spa, custode del manto stradale». Il legale è stato nominato difensore dai quattro membri della famiglia Donà, la moglie e i tre figli, anche nel fascicolo penale aperto dalla procura della Repubblica, con l'indagine condotta dai due pubblici ministeri Valerio De Luca e Giuseppe Bontempo. Alla procura la famiglia Donà chiederà, sempre attraverso il legale, anche di tornare a scavare nella buca rimasta dopo il crollo della Pontina, e al momento interdetta per motivi probatori, anche con un mezzo non invasivo. Un'istanza che già nelle scorse settimane la famiglia aveva rappresentato a chi si stava occupando delle ricerche. Sul luogo della tragedia dovranno operare anche i due consulenti nominati dalla procura, per esaminare la consistenza del manto stradale. Hanno tre mesi di tempo.
Se da un lato la famiglia dell'imprenditore non dispera di poter riavere il corpo del suo capofamiglia, dall'altro c'è l'esigenza di gestire il patrimonio e di portare avanti gli affari correnti di un'attività commerciale che comunque è sostentamento per la famiglia.
Sul fronte delle ricerche, affidate al Consorzio di bonifica, al momento non emergono novità di alcun tipo. Domenica 25 novembre, giorno di pioggia battente, la Pontina è crollata su se stessa causando una voragine dentro la quale è finita l'auto con a bordo Valter Donà e l'amico Vincenzo Labori. Quest'ultimo è riuscito a salvarsi. Il 63enne invece è stato inghiottito dalle correnti, dall'acqua e dal fango. C'è un'indagine per disastro colposo, per il momento contro ignoti. Del corpo di Donà, non c'è traccia.