Anche a Terracina c'è un regolamento di polizia urbana. Arriva a distanza di 70 anni dal precedente, e diviene, nel suo piccolo, l'interprete dello spirito del tempo. Parole d'ordine su cui maggioranza e opposizione si sono trovate d'accordo, sicurezza e decoro.
Al titolo due, sotto la descrizione "Norme di comportamento" vengono stabiliti i divieti «per la salvaguardia della sicurezza urbana e dell'incolumità pubblica». Tra questi, c'è anche l'accattonaggio. In particolare, è vietato «esibire invalidi, sedicenti invalidi, storpi, bambini in tenera età, cuccioli, animali sofferenti per le condizioni ambientali in cui sono esposti, o comunque animali detenuti in modo tale da suscitare l'altrui pietà». Questo perché, ha spiegato il sindaco in un comunicato, sebbene sia «una pratica millenaria», è «oggi moralmente inaccettabile sia perchè chi è in difficoltà deve essere aiutato dalle istituzioni sia perchè talune culture considerano la mendicità un vero e proprio "mestiere"». Guerra ai parcheggiatori abusivi e a chi chiede soldi fuori dai supermercati. Se la vedrà male, ad esempio, chi propone «la ricollocazione dei carrelli» per trattenere la moneta inserita. Quindi, accattoni, meglio di no. Chi ha bisogno di aiuto chieda al Comune, se ne ha diritto.  

Divieto "morbido" per chi porta il velo per motivi religiosi sul volto, rendendo difficoltosa l'identificazione. Parliamo soprattutto di religione islamica, dunque. Il regolamento menziona solo il Niqab e il Burqa, i due indumenti che coprono integralmente il volto. Dunque non c'è un accanimento vero e proprio. D'altra parte Terracina è città di migranti: migliaia di famiglie di nazionalità indiana e bengalese da anni vivono sul territorio e conservano i vestiti tradizionali, senza per questo aver mai causato problemi.

Interessante il divieto di fumo nei parchi nei pressi dei giochi per i bambini, come pure la possibilità per i proprietari di portare i cani, con i dovuti accorgimenti, anche nei cimiteri.

Il Consiglio ha voluto dedicare infine un titolo alla "Mediazione sociale ed educazione alla legalità", in cui si dice che «Il Comune favorisce la mediazione sociale intesa come integrazione tra persone, convivenza civile e bonaria risoluzione dei conflitti». «Sono convinto che la cosiddetta "giustizia riparativa" rappresenti un validissimo strumento educativo e di progresso umano e civile in grado di riparare un danno arrecato a un singolo o alla comunità, evitando che la giustizia penale faccia il proprio corso con annessi effetti collaterali e rimediando ad un errore in maniera efficace e preventiva per il futuro, soprattutto per i giovani», ha spiegato il sindaco Procaccini. Il delegato alla Sicurezza Sergio Meneghello: «Dovevamo adeguare le nostre norme ai nuovi tempi, mantenendo saldi i riferimenti di pubblica moralità, decoro e sicurezza finalizzati alla pacifica convivenza»