Sono quattro i consulenti nominati dalla Procura di Latina nell'ambito dell'inchiesta aperta per disastro colposo - al momento non ci sono indagati - dopo il crollo della Pontina avvenuto il 25 novembre 2018. La scelta è ricaduta su tre ingegneri, di cui uno idraulico, e un geologo. L'obiettivo è quello di far luce su quanto possa essere accaduto all'alba di quella domenica, quando si è aperta una voragine all'altezza del chilometro 97,700 che ha inghiottito l'auto su cui viaggiava Valter Donà, 68 anni, il cui corpo ad oggi ancora non è stato ritrovato. Contestualmente, su delega dei due pubblici ministeri titolari dell'inchiesta, i sostituti procuratori Giuseppe Bontempo e Valerio De Luca, è stata acquisita anche corposa documentazione relativa a quel tratto viario da parte della polizia stradale di Latina diretta dal dottor Alfredo Magliozzi.
Anche nella giornata di ieri nella zona, che è stata sequestrata dopo l'incidente dalla Stradale di Terracina diretta dal sostituto commissario Giuliano Trillò, sono stati effettuati degli scavi per cercare di trovare il corpo di Valter Donà. In queste settimane, la zona è stata perlustrata in lungo e in largo da vigili del fuoco, personale del Consorzio di bonifica e volontari di protezione civile, ma purtroppo dell'imprenditore di Terracina ancora nessuna traccia. Gli accertamenti però proseguono, così come va avanti anche l'inchiesta per cercare di capire cosa possa aver determinato il cedimento della strada, che nei prossimi giorni diventerà di competenza dell'Anas e non più dell'Astral.
Da capire anche quali possano essere le tempistiche per l'esecuzione dei lavori necessari per ripristinare la viabilità. Al momento, infatti, a causa del crollo di fine novembre, il traffico è canalizzato o lungo l'Appia (dove restano timori per la sicurezza a causa di diversi alberi sul ciglio della strada talvolta non perfettamente manutenuti) o sulle Migliare. Strade, queste ultime, che versano di frequente in condizioni pessime. L'asfalto in alcuni tratti - basti vedere la Migliara 53 o la Migliara 56 - è un vero e proprio colabrodo, con voragini profonde più di qualche centimetro. Ad aggravare la situazione, il fatto che queste vie siano utilizzate anche da mezzi pesanti. A ciò deve essere aggiunto un altro problema che riguarda sempre la viabilità, ossia la mancata realizzazione del ponte sul fiume Sisto. Un'odissea per chi si sposta da e per San Felice.