La ex Divina Provvidenza, a Nettuno, non è soltanto sinonimo di sgombero. Infatti, appena si salgono le scale dal portone sito al civico 2 di via San Benedetto Menni - strada che, peraltro, nonostante le rassicurazioni del Comune, è ancora chiusa al transito -, ci si ritrova davanti a uno spettacolo davvero indecoroso, che contrasta con le più elementari normative sulla privacy.

All'interno di un corridoio e nel vano di un ascensore mai realizzato e con tanto di "tromba" accessibile, da quasi un paio d'anni è stata depositata gran parte dell'archivio del Comune di Nettuno.

Si tratta di faldoni di ogni genere, che racchiudono documenti di vari decenni. Ci sono ordinanze firmate dagli anni ‘70 in avanti, pratiche edilizie ventennali, i carteggi relativi alle opere pubbliche (anche le incompiute, ndr), quelle sui contenziosi, le liquidazioni economiche e chi più ne ha, più ne metta. Il tutto accessibile praticamente a chiunque.

Entrando nel palazzo, infatti, si può facilmente raggiungere quest'area e consultare liberamente l'archivio dell'ente, con tanto di dati sensibili e informazioni che, molto spesso, dovrebbero rimanere riservati o quantomeno custoditi in un luogo sicuro. Data la dinamica della situazione, il rischio che un intero patrimonio vada perso è reale: di conseguenza, sarebbe opportuno sistemare tutti questi carteggi in modo ordinato e, soprattutto, custodito.

Sfidiamo qualsiasi dipendente comunale, infatti, a trovare con facilità un atto di questo immenso archivio gettato in terra senza alcun criterio.