C'era un ricatto, anzi gli inquirenti sottolineano e contestano che era una vera e propria estorsione quella contestata a tre indagati dell'operazione Commodo. Oltre al vincolo associativo infatti è emerso ben altro. A partire dal ruolo del sindacalista Vaccaro e delle minacce indirizzate ad alcuni lavoratori. Intanto il collegio difensivo ha impugnato le quasi 200 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare puntando dritto verso il Tribunale del Riesame dove sarà valutata la consistenza dell'impianto accusatorio. Gli inquirenti e il Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza non contestano soltanto l'associazione per delinquere ma anche alcuni episodi di natura estorsiva che sono emersi nel corso degli accertamenti condotti dagli investigatori della Squadra Mobile ed è un reato che è stato contestato proprio al sindacalista Marco Vaccaro, nel frattempo sospeso dalla Cisl e poi anche per Luigi Battisti e Daniela Cerroni. Gli investigatori hanno registrato delle minacce nei confronti dei lavoratori della società cooperativa Agri Amici che non avrebbero rinnovato il contratto di lavoro se non si fossero iscritti al sindacato Fai Cisl dove era segretario proprio Vaccaro.  E' un altro tassello molto importante nel castello accusatorio. In questo contesto infatti la polizia ha ricostruito degli episodi che sono avvenuti e hanno visto la partecipazione dei tre indagati che hanno costretto numerosi dipendenti a fare una scelta contro la loro volontà.
«Conseguendo in questo modo - si legge nel provvedimento restrittivo - l'ingiusto profitto rappresentato dagli introiti connessi alle nuove iscrizioni ed alle domande di indennità di disoccupazione presentate all'Inps per il tramite sindacato medesimo. Luigi Battisti - ha aggiunto il gip. Intanto nei prossimi giorni si svolgerà a Roma l'udienza davanti ai giudici del Tribunale del Riesame.