Nell'inchiesta sono finiti anche gli interrogatori degli indagati arrestati soltanto per il furto in via Palermo a Latina quando era stata emessa una misura restrittiva. L'ordinanza cautelare era stata notificata nel dicembre del 2017, due mesi dopo i fatti e tra le carte, il gip Giorgia Castriota ha sottolineato e ha dato valore anche alle dichiarazioni rilasciate da alcuni indagati in sede di interrogatorio di garanzia davanti al gip Laura Matilde Campoli che all'epoca aveva emesso la misura restrittiva. Per il furto di via Palermo, i ladri erano stati arrestati e poi condannati con pene variabili dai 3 ai 5 anni di reclusione. "Anche Bellobuono fornisce elementi utili per la ricostruzione dell'associazione consortile e afferma che non lavorando era venuto a conoscenza che questi ragazzi facevano questo tipo di mestiere e aveva chiesto se poteva partecipare anche lui». Il magistrato nel provvedimento restrittivo sottolinea che l'indagato «pur mentendo in merito alle sue pregresse partecipazioni, dalle sue dichiarazioni si comprende che era nota l'attività svolta dal gruppo e in molti casi la colpa viene fatta ricadere su Bardi in quanto gli indagati erano a conoscenza che Bardi ormai deceduto non avrebbe più potuto rispondere di alcun reato». L'organizzazione della banda era perfetta e metteva a disposizione dei "consociati" i mezzi, a partire ad esempio dai telefoni "citofoni". Il gruppo era organizzato nei minimi dettagli. "C'era chi ricopriva l'incarico di vedetta, chi eseguiva il furto e il gruppo come è emerso in questo caso durante l'interrogatorio di Rizzo che risale al dicembre del 2017 si avvaleva anche di un esperto informatico per quanto riguarda le visure Aci tramite lo smartphone messo a disposizione dal sodalizio e poi c'era anche l'attrezzista che custodiva gli attrezzi e portarli come ha sostenuto il gip ai propri sodali. Questo ruolo era ricoperto da Giuseppe Rizzo e poi anche da Cigliano - come è emerso nel corso delle intercettazioni telefoniche mentre le figure femminili ricoprivano ruoli marginali. Erano due le "citofoniste" che suonavano al campanello per non destare sospetto e assicurarsi di non trovare nessuno in casa. E inoltre c'era anche chi proprio per le sue doti fisiche commetteva i furti. "Erano le persone con il physique du role -ha scritto il gip - atte a scavalcare recinzioni, balconi, ad arrampicarsi e ad effettuare i furti, tra questi risultavano Salvatore Quindici e poi Salvatore Merolla e Pasquale Caiazza come testimoniato anche da alcuni filmati acquisiti nel corso di furti consumati".
Il particolare
Latina, il gip: i ladri avevano il physique du role per espugnare le abitazioni
Latina - Il magistrato sottolinea i ruoli e le caratteristiche fisiche della banda