Nelle scorse ore, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Roma, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della Procura della Repubblica capitolina, hanno sequestrato preventivamente, ai fini della confisca, alcuni beni per un valore di oltre un milione di euro.

Il sequestro è scattato a margine di un'inchiesta legata al traffico illecito di batterie per orologi esauste, fatti per cui cinque persone sono state denunciate a piede libero per attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, ipotesi di reato prevista che prevede una pena da uno a sei anni di reclusione.

A finire "sotto chiave" sono stati tre veicoli e due appartamenti nei territori di Roma, Anzio e Palestrina.

L'indagine, vale la pena evidenziarlo, è durata un paio d'anni e riguarda l'attività di alcune società operanti nel settore del trasporto per conto terzi di rifiuti speciali pericolosi quali sono le pile esauste. In particolare, è stato scoperto che amministratori e operai delle società coinvolte, in modo organizzato, ritiravano irregolarmente da alcuni orologiai di Roma e del Nord Italia batterie esauste per orologi. «Quelle contenenti ossido di argento venivano avviate, mediante utilizzo di formulari falsi, al recupero in un centro di trattamento rifiuti in Toscana che corrispondeva agli indagati ingenti somme di denaro con bonifico bancario hanno spiegato i carabinieri, quantificando l'ingiusto profitto derivante dalla commercializzazione illecita di tali rifiuti in 1.200.000 euro».

«Le pile esauste non recuperabili, al litio e alcaline, venivano invece stoccate illecitamente all'interno dei locali delle aziende interessate». Tali pile, per un peso complessivo di 350 chili, sono state sequestrate nel corso delle attività dei carabinieri, in quanto erano destinate allo smaltimento sebbene le aziende non avessero le prescritte autorizzazioni per procedere a tale operazione.