Una classe action per avere giustizia. "Famosi o meno l'importante è raggiungere questo risultato", spiega in una nota il responsabile provinciale di Codici Antonio Bottoni - in merito agli ultimi sviluppi dell'inchiesta sui diamanti di investimento che ha portato al sequestro preventivo di 700 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza nei confronti di cinque banche e due società tra cui Banco Bpm, Banca Aletti, Intesa Sanpaolo, Mps, Unicredit, Dpi e Idb. Il tutto accompagnato dal clamore mediatico per la presenza di nomi eccellenti tra i clienti colpiti tra cui quello di Vasco Rossi. "Ora che si sono accesi i riflettori su questa vicenda - aggiunge il segretario nazionale di Codici Ivano Giacomelli - ci auguriamo che l'inchiesta proceda in maniera ancora più spedita. Parliamo di fatti avvenuti tra il 2012 e il 2016, in un periodo in cui le due società, secondo l'accusa, avrebbero venduto attraverso l'intermediazione di sportelli bancari, diamanti da investimento ad un valore ben al di sopra di quello reale. Il risultato è che tanti risparmiatori si ritrovano oggi con dei preziosi che non valgono praticamente nulla". Lo scorso mese inoltre il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento della Idb. E' una sentenza che ha portato poi alla corsa contro il tempo che è alle battute finali. "I risparmiatori che hanno lasciato i diamanti in deposito alla Idb - aggiunge l'avvocato di Codici Michele Padovani - devono presentare un'istanza di restituzione ex articolo 87 della legge fallimentare per chiedere al curatore la restituzione dei preziosi. Non c'è tempo da perdere, la domanda deve essere inviata entro l'otto marzo ed è per questo che si invitano tutti i risparmiatori che si trovano in questa condizione a contattare al più presto l'associazione, l'unica ad avere una class action pendente al Tribunale di Milano".