Foto sfocate, spesso lontane, ambientate sempre di notte. Di sicuro adatte al "fast-food" fotografico dei social network, dove non ci si ferma troppo ad osservare e piuttosto si divora in fretta ogni immagine. Così, l'uomo nudo ha potuto aggirarsi nottetempo per le strade del centro di Terracina a partire dal 20 febbraio scorso, sostanzialmente indisturbato. Senza destare alcun sospetto. Esisteva, camminava, prima sul marciapiede di piazza Antonelli, poi davanti a un distributore di sigarette in via Anxur, poi ancora sul marciapiede di via Appia, lungo il canale Pio VI. Ci è voluto poco per colpire chi era al calduccio degli uffici, o davanti ai piccoli schermi dei cellulari. La verità costruita su misura. Che diventa realtà. "E' un pervertito". "Chiamate il 118, i carabinieri, la polizia", "Poverino forse non sta bene, chissà che freddo che ha" alcuni delle centinaia di commenti alle foto che hanno fatto il giro del web, facendoci cascare pure qualche sito internet che fa informazione. D'altra parte, gli ingredienti c'erano tutti. Apprensione, paura, sospetto, curiosità, un po' di voyeurismo. Una rappresentazione perfetta dell'oggii. Lo dirà il sindaco Nicola Procaccini a commento dell'ultimo "avvistamento", poi disvelato. Racconta lo spirito del tempo. In cui tutto accade sui social, e tutto ciò che accade  sui social diventa realtà. Non serve verificare troppo. Poco importa se non ci sono riscontri oggettivi, se non torna l'estrema indifferenza con cui la città reale risponde, di giorno, a questo strano fenomeno. Se la polizia non è intervenuta, non un'ambulanza, non ci sono segnalazioni, orari precisi. E se, con l'abbondanza di telefoni all'ultima tecnologia, le foto sembrano scattate dall'oblò di un sottomarino affondato in uno stagno. Tutto è vero perché c'è la miriade che lo dice. Per questo tutte le incongruenze sono state trascurate, trascurabili. Verifiche sul campo, nessuna. Sarebbe bastato telefonare ai carabinieri, alla polizia, ai vigili urbani, per sentirsi rispondere: "Non abbiamo segnalazioni in merito". Niente.

L'uomo nudo è stato uno scherzo. Un fotomontaggio sapientemente calato nel distratto contesto del social network da alcuni giovani capaci di sfidare la mania un po' webete, per usare il termine coniato dal giornalista Ernico Mentana, e poi di rintuzzare coi commenti, rilanciando e ironizzando. Scimmiottando il credulone, il pauroso, l'avventato utente del web odierno, pronto a gridare al lupo al lupo. Pronto a dire: "Fermatelo subito", ma senza muovere un dito.

Come ha giustamente colto il sindaco Nicola Procaccini, probabilmente anche informandosi direttamente del fatto, dal momento che è sindaco e dunque massima autorità sanitaria, per il decoro e la sicurezza, si tratta di uno scherzo che sta nello spirito dei tempi. Tempi in cui, e questa è l'amara conclusione a cui, purtroppo, ci tocca giungere, esistono invece decine di casi reali di disagio negli angoli delle città, palesati in modi analoghi, di cui nessuno si sogna di parlare. Povera gente, relegata ai margini e a volte in confusione, spesso e volentieri sono invisibili. Non solo nessuno le fotografa, ma chi le incontra per strada le ignora e ci gira alla larga. Salvo poi, davanti a una tastiera, invocare un autoassolutorio "aiutiamoli". Per uno strano, inquietante paradosso, al disagio reale non fa caso nessuno. Quello finto, fa il pienone.