Il collegio penale del Tribunale di Latina alla fine ha derubricato il reato da riciclaggio in ricettazione.  In aula durante la requisitoria il pubblico ministero Claudio De Lazzaro aveva chiesto cinque anni di reclusione, mentre la difesa rappresentata dall'avvocato Stefano Reali, ha cercato di scardinare le accuse e alla fine i magistrati hanno accolto la richiesta della difesa la derubricazione in ricettazione ha portato ad emettere una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione su una vicenda che riguardava un traffico di gommoni rubati.  I fatti contestati erano avvenuti a Latina a metà novembre del 2006. E' questa la storia che ha portato in Tribunale un uomo residente a Latina. Tra i reati anche la contraffazione di 11 certificati d'uso di motori per imbarcazioni e la falsificazione anche di un timbro. Le indagini avevano portato alla periferia del capoluogo e  in due capannoni, all'interno dei quali erano state ritrovate «unità da diporto che sembrano corrispondere - avevano scritto gli operatori di polizia giudiziaria in una corposa informativa -  ad alcune imbarcazioni che erano state rubate in Toscana. "L'indagato predispone per la vendita dei beni di provenienza illecita oggetto di furto e truffa che vengono a sua volta ripuliti dei vecchi elementi identificativi e dotati di nuove targhette e documenti di identificazione con numeri di matricola in alcuni casi completamente inesistenti. Questa attività di trasferimento dei beni di provenienza illecita, si accompagna anche a quella di compravendita di unità di piccole e medie dimensioni all'attività di rimessaggio invernale che l'imputato svolge in un capannone di sua proprietà". Nel corso dell'inchiesta erano stati sequestrati dagli inquirenti, coordinati all'epoca dei fatti dal pubblico ministero Vincenzo Saveriano, gommoni e alcuni pezzi di motore di provenienza ritenuta illecita e che secondo il teorema accusatorio erano provento di una serie di furti a Porto Santo Stefano, all'Argentario.  Ieri a distanza di ben 13 anni dai fatti contestati il Collegio Penale, composto dai giudici Francesco Valentini, Enrica Villani e Maria Assunta Fosso hanno messo la parola fine al processo che si è definitivamente concluso.