I numeri sono quelli di una piccola-grande guerra a bassa tensione, combattuta per cercare di restituire dignità ad una città «assoggettata ai Di Silvio» come ha fatto notare uno di loro, il pentito Agostino Riccardo. Lentamente, tra strilli, bestemmie zingare, mobili color dell'oro, madonne azzurre, statue di Padre Pio, puff che nascondono cocaina e soldi, ciabatte che volano, la squadra mobile sta «liberando» un paio di decine di case Ater occupate abusivamente ma assai facilmente dal clan Di Silvio. Che lì è rimasto indisturbato per anni: l'Agenzia pubblica che li gestiva prima non si era accorta della gravità del problema ed è diventata la prima vittima di questo sistema malato; poi ha fatto verifiche e, alla fine, ha dovuto chiedere aiuto alla polizia. Le case del patrimonio immobiliare pubblico occupate abusivamente, quindi sottratte ai poveri veri, erano 42, sparse un po' ovunque, da viale Nervi, a via Curtatone alle nuove Torri di Campo Boario. Dentro le donne del clan, accanto vicini ammutoliti da quello che il solito Agostino Riccardo ha definito «il potere del nome», e fuori tanta indifferenza. Nessuno aveva mai osato nemmeno denunciare che i Di Silvio occupavano case Ater, anzi in alcuni casi c'erano state le assegnazioni. Non si sa come. Ma lo si può immaginare. Il bubbone scoppia nel 2015, quando la polizia si mette sulle tracce di un latitante vicino alla famiglia Di Silvio e alla fine lo trova dentro un appartamento popolare occupato senza titolo e non era l'unico nella disponibilità della famiglia e la situazione andava avanti da anni. Fuori da ogni controllo. L'Ater ammette in quel momento che il numero degli appartamenti «in mano» ad esponenti della criminalità locale sono tanti, troppi per riuscire a liberarli con le sole forze dell'agenzia regionale. Comincia lì la guerra che non è ancora finita. L'ultima puntata di questa storia è del 27 febbraio quando viene sgomberato un appartamento di via Pionieri della Bonifica indebitamente occupato da una donna del clan.
Il caso
Le case popolari degli zingari, battaglia per tornare alla normalità
Latina - Decine di alloggi occupati per anni da membri del clan Di Silvio, lo sgombero è un iter fatto di strilli e omertà