E' stato archiviato il procedimento che vedeva indagato per violenza sessuale uno dei giovani rimati coinvolti nel caso dello sfruttamento della prostituzione minorile. La richiesta di archiviazione è partita dal sostituto procuratore titolare delle indagini di Cassino Nomi Bulgarini, il quale a chiusura delle indagini ha ritenuto che non vi fossero degli elementi sufficienti per richiederne il rinvio a giudizio. Il gip ha accolto l'istanza di archiviazione formalizzata dal pm ed ha così dichiarato archiviato il procedimento a carico del giovane di origine marocchina. Questi viveva Minturno, e a quanto pare era già amico di una delle giovani presunte vittime dello sfruttamento minorile. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e raccontato in aula dagli stessi genitori della giovane minorenne, ci fu episodio che portò alla denuncia di violenza sessuale e sequestro di persona del ragazzo: quello in cui la figlia sparì per qualche tempo e che venne trovata a casa del giovane, che viveva a Minturno insieme alla sua famiglia, dalla Polizia di Stato, dietro richiesta di intervento da parte dei genitori appunto. La ragazza raccontò che era stata costretta dal giovane marocchino con il quale tempo prima c'era stato del tenero. I genitori durante l'escussione in aula, hanno detto inoltre che la figlia gli avrebbe riferito che venne costretta ad un aborto a Napoli in un ospedale non meglio specificato e ci sarebbe stata portata dai "marocchini", anche se, hanno dichiarato, non hanno avuto nessun addebito sulla carta di credito della ipotetica cifra di 3mila euro pagata per l'aborto illegale. Il processo a carico dei due presunti aguzzini, Pasquale Fabbricatore e Silvestro Adinolfi, difesi dagli avvocati Roberto Palermo e Pasquale Cardillo Cupo il primo e dall'avvocatessa Francesca Tallerini il secondo, è attualmente in corso e quasi in chiusura.