In attesa di conoscere gli esiti dell'autopsia e la definizione del Dna, le indagini finalizzate a dare un nome e un cognome al cadavere ritrovato al largo dell'isola di Santo Stefano sono protese verso l'uomo scomparso da Nettuno a metà del Febbraio scorso. Sul caso sta indagando il sostituto procuratore della Repubblica, Alfredo Mattei, e pare appunto che al momento l'ipotesi più probabile sia che l'uomo ritrovato dai pescatori ventotenesi sia il 54enne della provincia di Roma. Questi, aveva fatto perdere le proprie tracce e dopo qualche giorno, il 21 febbraio, un uomo aveva segnalato ai carabinieri la presenza di un'auto parcheggiata da giorni sulla Flacca, nel Comune di Sperlonga. Dagli accertamenti eseguiti dai militari si è risaliti alla proprietà dell'auto, che era appunto dell'uomo sparito da casa da giorni. Poi, il primo marzo il ritrovamento di un corpo in avanzato stato di decomposizione. Le indagini sono appunto indirizzate a stabilire se vi sia una compatibilità con la persona scomparsa da Nettuno. Dal momento che la sua auto è stata ritrovata a Sperlonga, c'è la possibilità che l'uomo - pare abbia lasciato un biglietto di addio in auto - si sia potuto gettare in mare e le correnti lo abbiano spinto fino a due miglia dall'isola a sud di Santo Stefano.