«Mai più violenza». È questo il grido che, a un anno di distanza dalla firma del protocollo interistituzionale promosso dalla Asl Roma 6, dalla Regione Lazio e dalla Procura della Repubblica di Velletri, si è levato ancora una volta nella stessa location di 365 giorni fa, ossia il Palazzo Chigi di Ariccia. Ieri, in occasione della ricorrenza appena citata, si sono infatti ritrovati tutti coloro che hanno firmato l'intesa, a margine della quale sono stati aperti tre centri antiviolenza su tutto il territorio del circondario della Procura - uno a Nettuno e altri due nell'ospedale "Spolverini" di Ariccia e nella Casa della Salute di Rocca Priora -, in attesa del taglio del nastro della Casa rifugio, che aprirà presto i battenti ai Castelli Romani.

«Nel 2018 sono state uccise in Italia oltre 100 donne e, dall'inizio del 2019, già in dieci hanno perso la vita per mano del compagno, ex marito o fidanzato - ha affermato il direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda -. La presenza, oggi, di tanti ragazzi e ragazze dei licei del territorio dà speranza per il futuro: è da loro che dobbiamo ripartire per creare una nuova cultura dell'affettività, orientata al rispetto e all'equilibrio. Sono molto orgoglioso dell'apertura dei primi tre centri antiviolenza della Asl Roma 6 a Nettuno, Ariccia e Rocca Priora: sono - ha aggiunto - il frutto del lavoro di squadra di Asl Roma 6, Regione Lazio e Procura di Velletri. Le vittime avranno a disposizione ulteriori presidi di prossimità in cui trovare conforto, ascolto e tutela».

Come lo scorso anno, il Procuratore capo di Velletri, Francesco Prete, è tornato a fare appello alle donne vittime di violenza, incoraggiandole a denunciare quanto accade loro: ci sarà una "rete" interistituzionale che le proteggerà sempre.