La risposta dai giudici del Tribunale del Riesame arriverà nelle prossime ore anche se la tenuta dell'impianto accusatorio sembra lasciare poche speranze ad un annullamento del provvedimento restrittivo. Ieri mattina a Roma sono stati discussi i ricorsi presentati da alcuni degli indagati dell'operazione San Valentino, condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Latina che aveva portato all'arresto di dieci persone, tutte originarie di Napoli e del rione Traiano, specializzate nei furti in ville e appartamenti tra Latina e provincia ma anche nelle Marche e in Abruzzo. Il collegio difensivo ha impugnato l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Giorgia Castriota su richiesta del Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza chiedendo una misura cautelare meno afflittiva per i propri assistiti che sono praticamente tutti in carcere. Nei confronti di alcuni indagati pesano anche alcuni precedenti penali specifici.  L'inchiesta che aveva portato alla contestazione di quasi cento furti in mezza Italia, era scattata a partire dal 15 ottobre del 2017 quando Domenico Mimmo Bardi, originario di Napoli, era stato ucciso nel giardino condominiale di via Palermo mentre scappava insieme ad alcuni complici dopo un furto in un appartamento. Ad aprire il fuoco era stato il figlio del proprietario, Bardi era morto mentre gli altri componenti della banda erano riusciti a scappare. Al termine di una elaborata indagine partita dal ritrovamento di una carta postpay, gli investigatori sono arrivati a ricostruire ben 84 furti, tutti con le stesse modalità: i ladri seguivano le vittime al teatro o in un ristorante dove si appostavano all'esterno e dopo aver preso il numero di targa ed essere risaliti all'indirizzo di casa, approfittavano della casa vuota per entrare in azione e rubare. Anche lo stesso gip ha sottolineato che è la prima volta che in Italia è stato utilizzato questo metodo. C'è da sottolineare che ieri sono stati discussi i ricorsi delle due donne Maria Teresa Autore e Adele Iannuzzelli e su cui i giudici scioglieranno la riserva anche se il quadro indiziario è molto robusto, mentre hanno rinunciato al ricorso Salvatore Quindici, Giuseppe Rizzo, Antonio Cigliano, Salvatore Pepe, Antonio Bellobuono, Pasquale Caiazza.