Il giudice del Tribunale di Latina Giuseppe Cario, ha respinto la richiesta di patteggiamento ad un anno e ha disposto l'invio degli atti in Procura. E' la strada processuale nei confronti di una donna di 76 anni, originaria del Veneto ma residente a Sezze che aveva istigato alla violenza utilizzando Facebook contro un magistrato del Tribunale di Bolzano che aveva rimesso in libertà un cittadino straniero. L'imputata è comparsa ieri in Tribunale davanti al gup ed è difesa in questo procedimento dall'avvocato Claudio Cobiani. Deve rispondere del reato di istigazione a delinquere. In base a quanto ipotizzato, l'imputata aveva scritto su Facebook, nella pagina «Italia patria mia», un post che alla fine è finito nella denuncia presentata in Procura. «Ma se si iniziasse a manganellare tutti i giudici che fanno queste sentenze? Mica potranno avere tutti la scorta». Erano stati questi alcuni passaggi degli interventi della donna sul social network che avevano suscitato oltre che ad un vespaio di polemiche anche una denuncia penale. Proprio le frasi incriminate avevano scatenato delle reazioni molto violente da parte delle altre persone che avevano visionato quella pagina e che avevano lasciato dei commenti molto duri e anche gravi. I fatti contestati erano avvenuti nel maggio del 2016. Le reazioni su Facebook erano scattate dopo che il magistrato che lavora nel capoluogo altoatesino e appartiene alla sezione gip- gup, aveva modificato una misura cautelare nei confronti di uno straniero che doveva rispondere del reato di violenza privata e che aveva ottenuto il beneficio degli obblighi di polizia giudiziaria. Era stata una decisione che aveva mandato su tutte le furie oltre alla donna di Sezze anche altre persone. Ieri in aula, l'imputata ha cercato la strada del patteggiamento a un anno ma per il giudice non è stata ritenuta congrua. Atti in Procura.