In aula hanno ammesso che usano questo genere di sostanze perché sono dei braccianti agricoli e i bulbi di papavero servono per battere la stanchezza e continuare a stare lì, a lavorare anche fino a 12 ore al giorno. E' quello che hanno riferito due indiani, arrestati lo scorso luglio dai carabinieri del Comando Provinciale di Latina, sorpresi con bulbi di papavero e altro materiale stupefacente. Ieri in Tribunale davanti al giudice Giuseppe Cario si è svolto l'ultimo atto del processo e alla fine della sua requisitoria il pubblico ministero Giuseppe Miliano aveva chiesto la condanna per pene variabili tra i quattro anni e i quattro anni e sei mesi mentre il legale degli imputati, l'avvocato Moreno Gullì, ha cercato di scardinare le accuse tentando di ridimensionare le accuse. Alla fine del processo che si è svolto con il rito abbreviato, un giudizio previsto che prevede la riduzione di un terzo della pena, il giudice al termine della camera di consiglio ha condannato i due imputati  alla pena di due anni e tre mesi di reclusione. I due indiani erano stati fermati con 2010 grammi utilizzata per il lavoro nei campi. La situazione in provincia di Latina è molto critica. In tutto il territorio sono oltre 30mila gli indiani impegnati nelle campagne. Alcuni di loro - come è emerso anche nel corso di alcune indagini - sono costretti a drogarsi per sopportare la fatica. E' emerso infatti che gli stranieri, come i due imputati del processo, usano queste sostanze per alleviare il dolore. Proprio i bulbi di papavero sono le sostanze preferite in questo caso. Dalle indagini è emerso che anche la paglia di papavero, può essere usata per sentire meno la fatica e i dolori con delle vere e proprie tisane. La brillante operazione che aveva portato all'arresto dei due indiani era scattata nella zona di Le Ferriere e i carabinieri della Compagnia di Latina, coordinati dal comandante Carlo Maria Segreto, avevano trovato un pericoloso medicinale a base di oppiacei che porta all'assuefazione.