C'erano due basi logistiche a Terracina per preparare nei minimi dettagli l'omicidio di Gaetano Marino, ucciso sul lungomare a Terracina il 23 agosto del 2012 da dieci colpi di pistola. E' quello che è emerso ieri nel corso del processo che si sta svolgendo davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Latina presieduta dal giudice Francesco Valentini. I due appartamenti erano uno in centro a Terracina in via Roma da dove è partito il gruppo di fuoco e l'altro invece era nella zona della nuova Pagoda ed era stato utilizzato qualche tempo prima. In aula hanno risposto alle domande del pubblico ministero Maria Teresa Gerace che aveva coordinato le indagini, diversi testimoni, tra cui anche la proprietaria dello stabilimento balneare dove si trovava la vittima prima di essere attirata in una trappola e di essere uccisa da 10 colpi di pistola sul marciapiede, davanti allo sguardo di molte persone. Davanti ai giudici anche il medico legale Giovanni Arcudi che aveva eseguito l'autopsia sul corpo di Marino e poi anche gli investigatori della Squadra Mobile. Prossima udienza il 18 aprile.
In Corte d'Assise
Terracina, omicidio Marino: due basi logistiche per preparare l'agguato
Latina - Il gruppo di fuoco è partito da via Roma. Oggi nuova udienza del processo